"Una nuova vita, stimolante: sono emozionato ma la vivo con la massima serenità". A marzo compirà 40 anni, ma gli occhi di Franco Brienza sono quelli di un ragazzino che ha voglia di tornare al calcio giocato. A prescindere dalla categoria. Il numero 10 del Bari lo farà domenica prossima sul campo dell'Igea Virtus nella quarta giornata del girone H di serie D.
La squalifica successiva all'espulsione di Cittadella (“Pensavo di essere ultimo uomo. Non mi è pesata più di tanto, era brutto però chiudere con un rosso e con quell’immagine”) dello scorso 3 giugno, quando vestiva la maglia dell'estinta Fc Bari, lo ha costretto a vivere tre turni in tribuna, osservando i suoi nuovi compagni di squadra volare in vetta a punteggio pieno. Ora, dopo il test di Coppa Italia, è pronto a testare il campo anche in campionato. Da Barcellona, terreno sognato negli anni di serie A, a Barcellona Pozzo di Gotto, il passo è stato molto breve. "Perché sono tornato? Riportare il Bari in serie A mi piacerebbe, avevo detto che avrei voluto smettere a 40 anni in serie A – ha spiegato Brienza in conferenza – vorrà dire che ora vorrò portare i miei compagni in C. L'obiettivo era a portata di mano e mi era rimasta la sensazione di un percorso incompiuto. La mia nuova scommessa? Arrivare il più in alto possibile con questa maglia".
Una promessa fatta già due anni fa, al suo primo arrivo in biancorosso, e rinnovata nei primi passi con la SSC Bari: "La città ha risposto in maniera importante e la piazza è stata fortunata, nella sfortuna del fallimento, a trovare una società così credibile”. Ripartire dalla polvere per tornare in paradiso è l'imperativo di Brienza, che ha sorvolato sulla gestione Giancaspro: “Parlare del passato e di quello che è successo oggi è irrilevante – spiega il fantasista nato a Cantù, ma ischitano per adozione - dispiace perché quando c'è un gruppo di lavoro che fa il massimo per raggiungere la serie A è tutto vanificato". Il 16 luglio, giorno della mancata iscrizione al campionato di B, è lontano, anche se Brienza ricorda ancora “magazzinieri e persone che vivono Bari, gente che ha pianto, è stato deprimente”. Ora In serie D ha trovato un "campionato molto più agonistico che tecnico”, nel quale abolirebbe “la regola degli under: far giocare per forza un 1998, 99 o 2000 che non merita rischia di creare degli illusi. Ai miei tempi chi meritava giocava, a prescindere dall'età”.
Chioccia nello spogliatoio, leader tecnico in campo: il compito che mister Giovanni Cornacchini gli chiede è questo. E i compagni lo hanno riconosciuto come loro riferimento: un'immagine per dimostrarlo. Di Cesare, Floriano e Mattera che da buoni alunni si siedono in ultima fila e ascoltano il Maestro, come a Bari chiamano Brienza, e lo applaudono alla fine. "Capitano non giocatore? Ci sono cinque sostituzioni a disposizione - le parole del numero 10 - e c'è più possibilità di entrare e gestire la partita. Più vai avanti a più hai bisogno di allenarti. L'età biologica di Cristiano Ronaldo è di 23 anni? La mia qualcuno in più (scherza, ndr) ma devi lavorare sulla qualità e sullo stile di vita”.
Per tornare in alto con il Bari. Il futuro, invece, potrebbe essere ancora biancorosso ma lontano dal campo: “La società mi ha dato massima disponibilità anche sul futuro al di fuori del terreno di gioco. Sinceramente non mi vedo in panchina, ma più da osservatore o dirigente”. Il Totti del Bari è pronto a rimettersi in discussione: il capitano della Roma ha salutato il calcio giocato a 40 anni 8 mesi, Brienza vuole mettere la freccia del sorpasso. Prima, però, c'è una serie D da vincere.