Breve e intenso: come non crollare nel secondo tempo
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Data: 27/02/2018 -

Breve e intenso: come non crollare nel secondo tempo

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Continua Tozzi: "E soprattutto si dimentica il fatto che un calciatore conosce alla perfezione, meglio di chiunque altro, il proprio fisico. Spesso si sente dire, ‘ah i giocatori non hanno voglia di allenarsi’, ma se in realtà semplicemente avessero capito i propri limiti? Invece l’allenamento comune, sempre in gruppo a girare per il campo, non favorisce il corpo dell'atleta. Che in realtà conosce il suo fisico e ha capito che superata una certa soglia si fa male. Invece si pensa solo: ‘se saltiamo l’allenamento giochiamo peggio’. Praticamente, per la maggior parte degli addetti ai lavori, non è importante come ti alleni ma quanto ti alleni. Ed è l’errore più deleterio che si possa fare”.



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Continua Tozzi: “Per esempio, vogliamo parlare dei famosi richiami di dicembre? Fatti con l’obiettivo illusorio di essere freschi e performanti in primavera. Ma trattasi di carichi di lavoro insensati nell’ambito di un campionato come il nostro, soprattutto se oltre alla Serie A una squadra disputa Champions League e Coppa Italia. Questo perché, per supercompensare i pesanti carichi di lavoro aerobico effettuati, fatti di allenamenti prolungati, bisogna poi stare quasi totalmente fermi. A riposo completo. Ma sappiamo che nel calcio di oggi, a causa del calendario fitto di impegni e della mentalità inculcata, è praticamente impossibile. Poi in inverno infatti fanno il famoso richiamo, perché sanno che quella parte estiva non può bastare tutto l’anno. Ma dopo avere fatto diversi giorni o addirittura settimane del metodo a sedute consecutive, bisognerebbe poi far passare un congruo numero di giorni di scarico successivo affinché l'organismo possa far scattare l' iper-supercompensazione, ovvero quel processo di reazioni fisiologiche all'allenamento che portano ad un miglioramento delle fibre e della condizione generale. Peccato che nel frattempo, prima di tale miglioramento, la squadra patisce la fatica accumulata, perdendo brillantezza e magari punti preziosi in classifica. Lavorare a dicembre o al ritorno dalla pausa di più atleticamente è soltanto controproducente. E addirittura, chi riposa di più e prepara partita dopo partita, arriva più fresco e performante ad ogni appuntamento: emblematico il caso dello Shakhtar Donetsk contro la Roma in Champions League, che grazie al riposo obbligato in campionato ha maturato una condizione fisica perfetta proprio nella partita contro la Roma, calata di condizione proprio nella ripresa. Eppure i giallorossi, per loro stessa ammissione, a dicembre hanno alzato appositamente i volumi di lavoro per arrivare più un forma per questi impegni cruciali”.



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Tags: Serie A



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