Brescia nel segno del 3: ora la A è a tre lunghezze
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Data: 22/04/2019 -

Brescia nel segno del 3: ora la A è a tre lunghezze

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Brescia sempre più vicino alla Serie A trascinato dai suoi tre attaccanti - Tremolada, Torregrossa, Donnarumma -, tutti e tre autori di una rete nel 3-0 alla Salernitana davanti a un Rigamonti da 11mila spettatori. Ora la Serie A dista solo tre punti, con lo scontro diretto col Lecce sabato prossimo
Brescia sempre più vicino alla Serie A trascinato dai suoi tre attaccanti - Tremolada, Torregrossa, Donnarumma -, tutti e tre autori di una rete nel 3-0 alla Salernitana davanti a un Rigamonti da 11mila spettatori. Ora la Serie A dista solo tre punti, con lo scontro diretto col Lecce sabato prossimo

Tre attaccanti. Tutti e tre in gol. Tre punti. E la Serie A ora è a meno tre. Traguardo “quasi” raggiunto per i ragazzi di Corini - applauditissimo e richiamato a gran voce sotto la curva a fine partita -, sospinti dagli undicimila di un Rigamonti in festa. Esatto, undicimila. Accorsi per godersi un match all’insegna del gemellaggio con la Salernitana e della qualità dei giocatori in maglia biancoblu. Sì, perché il Brescia ha dimostrato per l’ennesima volta qualità da Serie A. In particolar modo coi tre giocatori d’attacco: Tremolada trequartista a supporto di Torregrossa e Donnarumma. Un gol a testa e Salernitana liquidata 3-0

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La partita è stata in discesa fin da subito, fin dal 4’ grazie al gol di quel Luca Tremolada, uno che alla Serie A sembrava destinato fin da subito. Fin da quando ai tempi della Primavera dell’Inter Mourinho stravedeva per il suo talento. Invece il classe ’91 ha dovuto penare molto più del previsto e far un giro molto più largo, anzi larghissimo, per guadagnarsela. Lui, brasiliano mancato per la sua qualità, super amante dell’NBA che fa del ‘calcio bailado’ il suo motto, era dovuto ripartire da Piacenza, poi Pisa, Como, Varese, Reggiana prima di iniziare la risalita con Arezzo, Entella, Ternana e, adesso, Brescia. “Quando lasciai l’Inter non riuscii ad esprimermi al massimo soprattutto per colpa mia: sai, quando vieni dall’Inter magari il tuo approccio è sbagliato, pensi sia tutto dovuto, non hai la mentalità giusta”, aveva rivelato in un’intervista ai nostri microfoni tempo fa (QUI la versione completa). Adesso col Brescia la grande possibilità di giocare in quella categoria che ha sempre sognato, anche grazie ai consigli dell’amico Pietro Aradori al momento di scegliere le rondinelle. “Ora punto dritto al traguardo della Serie A con questa maglia. Appena è arrivata la chiamata del Brescia, Aradori mi ha detto di accettarla ad occhi chiusi, ho seguito il suo consiglio e sono estremamente felice”, aveva affermato alla presentazione in estate. Oggi, il quarto gol stagionale dopo quello pesantissimo del Barbera. 

Poi, Torregrossa. E qui bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Ernesto quest’anno sembra aver trovato davvero la definitiva consacrazione. È nel momento di fiducia massima. Basterebbe vedere il gol segnato oggi per capirlo: ruleta, uno-due con Donnarumma, e gol col mancino dopo un tocco dolce dolce. Tutti in piedi ad applaudirlo: rete da palcoscenici importanti. Gol da talento sudamericano, proprio come il sangue che gli scorre nelle vene grazie a mamma Karina, che a 18 anni arrivò dall’Argentina in Sicilia per giocare nella squadra femminile di pallavolo di serie A della Nike San Cataldo. Lì conobbe papà Lirio, che in Sicilia è una specie di istituzione viste le centinaia di gol segnati nei campionati dilettantistici. Da lui Ernesto ha preso invece un vizio bellissimo, quello del gol: Brescia e il Brescia ringraziano. E quest’anno sono già 12 in stagione, con 10 assist. Standing ovation inevitabile al momento della sostituzione.

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Infine, Alfredo Donnarumma. Finalmente potrebbe essere arrivato anche per lui il momento di misurarsi in quella categoria che già nella scorsa Serie B si era guadagnato trascinando l’Empoli di Andreazzoli insieme al gemello del gol Ciccio Caputo. Ha sempre avuto la grande abilità di far rendere al meglio i propri partner d’attacco: prima Lapadula a Teramo, Caputo all’Empoli e oggi Torregrossa. Alfredo è l’attaccante italiano più prolifico tra i professionisti in stagione con 25 gol – col rigore di oggi – in 28 presenze, eppure non ha giocato un solo minuto in Serie A: paradosso vero e proprio. Adesso è giunto il momento di farlo. Finalmente. Cellino ha investito fortemente su di lui in estate pagandolo 1,7 milioni per sostituire il leggendario ‘Airone’ Caracciolo e iniziare la risalita. Col senno di poi, non avrebbe potuto far un investimento migliore per tagliare il traguardo. Quella Serie A che ora dista solo 3 lunghezze. La possibile festa già sabato prossimo nello scontro diretto col Lecce.



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