La famiglia Bacchi, prima di trasferirsi in Brasile come in molti alla fine dell'Ottocento viveva a Viadana, nella provincia mantovana. Adenor Leonardo Bacchi, detto Tite è l'allenatore della nazionale brasiliana. E' riuscito ad invertire la rotta, portando la Seleção alla qualificazione per i mondiali russi del 2018, dopo aver preso la squadra al sesto posto nel girone e così si racconta ad ExtraTime:"Non c'è un segreto. Abbiamo ritrovato fiducia in un momento clou, con i calciatori in una buona fase nei club e hanno portato il loro buono stato di forma. Ho cercato di metterli nei ruoli che di solito occupano nei club. Ma è stato di certo un percorso fuori dallo norma, ne sono consapevole, per le difficoltà che s’incontrano nelle qualificazioni".
L'allenatore brasiliano, oltre ad ammirare Bielsa e Capello si dice affascinato da Allegri e Zidane: "Andrò a Cardiff. Ho detto a Marcelo, Dani Alves, Alex Sandro e Casemiro di giocare per dare spettacolo. E poi chi se lo merita che vinca. Non riesco a tifare. Sono andato di recente a vedere la Juve, che sbaglia pochissimo. Forse oggi è la formazione meglio strutturata. Riesce a cambiare la linea difensiva da 3 a 4 con perfetta conoscenza degli spazi. Molto difficile! Ma la Juve riesce a farlo con maestria". Il Real è estremamente creativo, possiede capacità di finalizzazione altissima. Subisce tanti gol, ma segna sempre. Per questo è un po’ più forte offensivamente. La Juventus però è più squadra, più strutturata, ha più consistenza mentre il potere di fuoco del Real è enorme".
Per le prossime amichevoli in programma Tite ha preferito far riposare giocatori come Dani Alves, Neymar, Casemiro, Marcelo, Firmino e Miranda, mentre ha convocato Alex Sandro: "Ha fatto un ottimo campionato e Champions, è progredito a livello tattico. È aggressivo quando si gioca con una linea di 3 difensori e lui è più avanzato, ma è anche in grado di fare il laterale basso. Ha una vitalità fisica impressionante. Spicca nella transizione, per velocità, per le incursioni. Ed è altrettanto rapido a tornare in difesa".
E Gabigol? "è costato molto, era in nazionale, non gioca. «L’adattamento a un nuovo Paese e a un nuovo club richiede tempo. Mi auguro che riesca a superare presto questa tappa. Io l’ho portato in nazionale per giocarsi il posto con Gabriel Jesus, da centravanti. Nel Santos Gabigol era esterno destro, anche se si spostava a volte al centro o cambiava fascia. Con la sua capacità di movimento è in grado di giocare anche d’interno dietro al centravanti. Ma ho dubbi sul suo ruolo ideale. Però è uno straordinario finalizzatore, ha forza fisica, scatto impressionante, nell’uno contro uno è forte. In Italia può migliorare nel gioco senza palla. Se fossi un dirigente aspetterei. C’è un processo di maturazione, in una realtà e in un Paese diverso. Mi ricordo Coutinho all’Inter quasi non giocava e poi al Liverpool è tornato in nazionale. Ai giovani a volte non si dà il tempo necessario".
Meglio l'Argentina con Bauza o Sampaoli? "L’Argentina si sarebbe qualificata e si qualificherà comunque. L’essenza sono gli atleti. Nessun c.t. ha la bacchetta magica". Neymar è pronto per essere il migliore al mondo? "Il calcio è fatto di generazioni. Quella di Messi e Ronaldo è sui 30 anni, sono all’apice della forma. Neymar, Hazard e Griezmann sono di una nuova generazione di straordinario potenziale. Neymar è davanti però. Prima lo ritenevo solo uno tutto dribbling e finte, ma ora è primo per assist in Champions. Ha mostrato un’evoluzione nel Barcellona notevole".
Un futuro in Europa? "Ci ho pensato prima di fare il c.t. Quando ho vinto Libertadores e Mondiale per club col Corinthians nel 2012 ho pensato di venire in Europa, un agente mi avvicinò per guidare l’Inter. Andrei in un Paese in cui abbia la padronanza della lingua. Parlo il talian (mix di dialetti italiani), Ancelotti mi diceva che parlavo un italiano di 50 anni fa. In Spagna me la caverei, come in Portogallo. Vedremo dopo la Russia".