Figlio d' arte, e tra i padri fondatori della categoria degli agenti/intermediari, Giovanni Branchini, gestisce gli interessi di molti calciatori. In questo momento la trattativa più calda è quella portata avanti da intermediario tra Douglas Costa e la Juve . In un intervista alla Gazzetta dello Sport, prova a spiegare il suo mondo e alcune dinamiche di mercato: “I procuratori sono un problema? Io non penso ma se così fosse nessuno affronta la questione, a cominciare dalla Figc. O la favola Fifa sul 70% dei trasferimenti irregolari: non è mai stato sanzionato un club o un atleta in difetto. Per regolare il settore devi metterci mano con una costante azione di controllo. Basta con le demagogie estemporanee. Suggerimenti? Regole certe e un sistema che punisca le violazioni: di tutti, sia chiaro. Puntando soprattutto sulla trasparenza. Ora le Federazioni danno i dati aggregati sui guadagni dei procuratori. Li diano invece analitici: per capire bene il perché di certe spese. Garantiamo la massima collaborazione, ma chiediamo di essere interlocutori della Figc: ci dia diritto di cittadinanza nel mondo del calcio. In che modo? Basta agevolare il lavoro di tutti indicando regole pratiche. Per esempio io vivo a Milano e se un mio assistito del Palermo gioca a San Siro quando e dove posso vederlo? O mi è vietato anche solo salutarlo?”.
Finalmente il caso Donnarumma è chiuso: “Con la firma vincono tutti, a cominciare dal Milan che, in queste settimane, ha dato smalto al club ed entusiasmo ai tifosi. E non era facile perché aveva ereditato una situazione complicata. Bravi Fassone e Mirabelli, ma mi sarei atteso più prudenza e tatto per un caso così particolare. Raiola aveva il dovere professionale di prendersi tutto il tempo necessario prima che Gigio si sedesse a trattare. C' era in ballo la carriera di un diciottenne con un solo anno di contratto”. Ora guadagna tanto. Le aspettative saranno diverse: “Donnarumma saprà reggere questa responsabilità, è un atleta di grande prospettiva. E comunque i moralisti lo avrebbero preso di mira anche se avesse spuntato meno denari”.
Raiola fa discutere: soprattutto per Pogba: “Non è un caso di Third-Party Ownership, vietate dal 2015. Raiola l' ha portato alla Juve con l' accordo sulla eventuale rivendita che gli avrebbe portato una ricchissima commissione, ma tra Mino, la Juve che realizza una plusvalenza comunque eccellente e lo United che ricompra a 110 milioni un giocatore che aveva perso a zero, a voi chi sembra da criticare?”.
Questo boom di promesse super-costose? «All' estero sui giovani lavorano i club, i centri di formazione, gli allenatori e i risultati si vedono. In Italia, invece, c' è troppa esposizione mediatica sui giovani. Non tutti hanno la solidità mentale per reggere il peso della popolarità. Ed è un problema gestirli. Per un agente, la carriera di un calciatore è come una corsa ciclistica dove è meglio vincere il Giro piuttosto che qualche tappa”. Esempi concreti: “Su Locatelli si è esagerato nei giudizi positivi all' inizio, così come con quelli negativi dopo... Serve più equilibrio! Come all' estero. Balotelli, per esempio: riempie gli occhi, ma ha un vocabolario calcistico limitato. Eppure l' abbiamo fatto diventare un campionissimo. Abbiamo giovani forti ma vanno protetti. Invece in Nazionale è nato un fenomeno che contesto. Quale? Ci sono troppe convocazioni premature. E gli stage creano illusioni a chi la maglia azzurra non la indosserà mai, con il rischio di effetti devastanti sulla loro crescita. Chiedete a un allenatore come torna un ragazzo che crede di essere da Nazionale...”. Sul modalità del mercato: “È assurdo che duri tanto a lungo. Così si creano problemi: di programmazione delle società e di gestione per gli allenatori, che hanno la rosa definitiva in ritardo. Gli stessi giocatori per due mesi restano nell' incertezza. Una volta durava dall' 1 al 12 luglio e andava benissimo”.
Sull’Inter: “Se vende Perisic e/o Joao Mario che hanno ottimo mercato farà 2 colpi importantissimi. Per ora sta lavorando sui giovani, nella scia della Juve che, negli anni scorsi, si è portata avanti su questo versante. Ora ci stanno arrivando anche le altre”. Poi sul Napoli: “Gli serve poco per competere ai massimi livelli e quel che manca lo darà Sarri. Perché De Laurentiis non fa acquisti? Forse ha capito che Sarri poi non li fa giocare tutti. De Laurentiis è stato bravo a sceglierlo, ha avuto coraggio ed è stato ripagato”. Intanto Pavoletti non trova spazio: “È a Napoli da poco, si trova bene, a suo agio con tutti. Ma è stato penalizzato dal cambio di modulo. Siamo pronti a valutare con la società qualsiasi sviluppo vorrà proporci. Lui può far bene ovunque”.
Sulla trattativa tra la Juve e Douglas Costa: “Per me è la settimana decisiva. Ci stiamo lavorando da 45 giorni: sono ottimista. La partenza di Dani Alves ha spiazzato la Juve. De Sciglio? Allegri lo stima. Lo scorso anno c' era stata un' offerta concreta, quest' anno ancora no, vedremo. Il vecchio Milan conosceva le intenzioni di Mattia già dal gennaio 2016, la nuova gestione dal luglio scorso e tra noi non ci sono ombre”.
“Che fa CR7? Secondo me resta al Real. E dove va Mbappé? Non so se andrà al Real. L' offerta di 150 milioni dell' Arsenal? I Gunners negli ultimi anni hanno speso poco, ora con il rinnovo di Wenger per due anni cambia la politica. Offerta esagerata? Forse, ma non immorale”. Poi su Belotti: “Alla fine andrà via se arriverà un' offerta importante per lui e per il Torino. All' estero piace molto, rende tanto soprattutto in una squadra che aggredisce gli spazi, Si sacrifica, è moderno. Per me ora vale 70-75 milioni. L' Atletico l' aveva valutato quasi 100 milioni, tra cash e calciatori e lasciava una percentuale sulla rivendita. Ma non se n' è fatto nulla. Poi Diego Costa ha deciso di tornare a Madrid e credo che finirà così”. Su un possibile approdo in Italia di James: “Poteva fare al caso del Milan, che però ha preso Cahlanoglu. Penso andrà altrove”. L' Inter è su Keita del Lipsia: “Mi piace moltissimo, sembra un Kanté con più tecnica. Ha una clausola di uscita per l' anno prossimo e quest' anno il Lipsia non intende venderlo. Ma se parte, va al Liverpool”. Nel ventennale di Ronaldo all' Inter Branchini ricorda altri colp i:“Quando nel '90 consigliai Aldair alla Roma nessuno lo conosceva: ha sbalordito tutti. E fu un' impresa nel 2002 convincere Seedorf ad andare al Milan: non se la sentiva. Era provato dall' esperienza all' Inter”.
Trattativa Inter-Gabriel Jesus: “È vero che lo ha trattato con grande serietà. Lui ha avuto sul tavolo molte proposte, oltre a quella dei nerazzurri, ma poi ha scelto il City. È fortissimo e molto intelligente. Poi l' Inter andò su Gabigol che, attenzione, è un buon attaccante. Non è un esterno, lui è un centravanti e l' Inter in quel ruolo ha Icardi, una delle poche certezze. È stata una scelta affrettata”. Su Nainggolan: “Dipenderà dalle intenzioni sue e della Roma che, per ora, non ci fa capire che strada prenderà”. Su Tolisso: “La Juve lo ha seguito fino a un certo punto e poi ha deviato. Io dico che il Bayern ha fatto una buona scelta”. Su Bernardeschi: ”È un ottimo giocatore, anche se oggi non è facile inserirsi in un grande club come la Juve. Ma lui è intelligente”.
Sul futuro di Verratti: “Non so come finirà il braccio di ferro con il Psg ma il Barcellona è la squadra adatta per lui. Ha bisogno di un sistema di gioco che lo supporti per esaltare la sua meravigliosa tecnica lì può trovarsi a suo agio. In definitiva Verratti non ha un ruolo ben preciso e ha bisogno di un impianto di gioco che gli permetta di diventare decisivo”.
Montolivo e l’impiego nel nuovo Milan: “Riccardo tornerà utile a Montella. In questi anni, più che gli infortuni, ha pagato gli insuccessi di un periodo oscuro. È arrivato dopo l' addio di Ibra e Thiago Silva e come tutti gli altri è stato messo in discussione. I tifosi ragionano con la pancia, vogliono i risultati e lo spettacolo. Figurarsi che era un regista e si è adattato a fare il mediano: sono certo che sarà una piacevole sorpresa per tutti, a cominciare dal suo mister”.
Sul suo futuro: “Dopo 31 anni di carriera mi sento soddisfatto. Anche perché i miei figli Francesco e Giacomo si sono appassionati a questo lavoro e la famiglia Branchini ormai vede la quarta generazione in questa professione, dopo mio nonno Nello e mio padre Umberto. Mi auguro abbiano più fortuna di me, che la Figc dia loro udienza...”.