La fine dell'anno solare coincide anche con il periodo in cui le voci di mercato cominciano ad intensificarsi. Un ruolo fondamentale in quest'ambito è quello ricoperto dagli agenti dei calciatori. Tra i più importanti in Italia c'è l'avvocato Beppe Bozzo, che in esclusiva su Tuttosport ha fatto un bilancio dell'anno che oggi si conclude, svolgendo alcune considerazioni anche su quello che verrà: «Sorpresa del 2016?, Dico il Napoli di Sarri per
il gioco espresso: il miglior calcio d’Italia. E ovviamente ci sarebbe
la Juventus, ma il punto è che ormai la Juventus non sorprende più. Solo
se andasse male, stupirebbe. Però, da segnalare, c’è che ora i
bianconeri hanno acquisito quel fattore di cinismo che contraddistingue
le grandi, in grado di vincere anche quelle partite che sembrano nate
storte o incanalate sul pareggio. In negativo invece la Roma. E’ molto forte, ci si aspettava potesse resistere
sino alla fine nella corsa scudetto, invece... In questo senso, è una
delusione, anche perché le qualità in organico non mancano».
«Il 2017 sarà
un anno importantissimo per il calcio italiano, gli equilibri del
nostro campionato potrebbero essere modificati dal passaggio di
proprietà del Milan, dagli ingenti investimenti pianificati dall’Inter.
Le milanesi, insomma, possono accorciare il gap. Fa effetto, comunque,
pensare all’addio di Berlusconi: credo che mancherà agli amici ma anche
ai nemici. Come accadde con Moratti. Come fai a punzecchiare una
proprietà che sta dall’altra parte del mondo? Inoltre, c’è un altro
aspetto fondamentale in questo 2017: l’Italia ha la possibilità di
difendere la quarta posizione nel ranking, in modo da garantire la
possibilità di portare 4 squadre in Champions nel 2018. Sono convinto
che le squadre in Europa faranno il loro dovere».
«Se la Juve può vincere la Champions? E' un obiettivo dichiarato. Poi, è chiaro,
non basta lottare per vincere la Champions, ci sono anche altre
corazzate, ma la Juventus è attrezzata bene e può farcela. Inoltre, il
semplice fatto che ora il club bianconero anche all’estero sia
riconosciuto da tutti tra i papabili vincitori, rappresenta di per sé un
traguardo importante e impensabile sino a pochi anni fa. Ma ancche il sesto scudetto sarebbe un traguardo impossibile da non enfatizzare. Io ho visto
questa scalata partire da zero. Non dimenticherò mai le prime estati
bianconere di Marotta e Paratici: li vedevo girare per gli alberghi di
Milano, con giacca d’ordinanza e gli auricolari del cellulare, sotto un
caldo africano. Ore e ore per convincere giocatori a lasciare, altri ad
entrare nel progetto. Anche perché ora tutti ambiscono a vestire i
colori bianconeri, ma 5-6 anni fa non era così semplice. Comunque già
allora, vedendo lavorare così Marotta e Paratici, avevo capito cosa
stava per succedere. Nulla accade per caso, il successo non te lo regala
nessuno. E penso che i giusti meriti debbano andare anche al presidente
Agnelli: trasmette mentalità vincente, non sbaglia una scelta, non dice
mai una parola fuori posto. In altri club, dopo due scudetti di fila,
fatichi ad ipotizzare il terzo. Ma nel caso della Juve sai che la serie
può continuare molto a lungo... Higuain? Se vuoi puntare a vincere la Champions, devi avere un numero
nove senza se e senza ma. Hanno fatto benissimo a compiere quella
operazione, si tratta di un segnale importante. E credo che alla
Juventus siano pronti a fare ancora investimenti importanti a partire
dalla prossima estate. Oltre a questo penso che ora sarà difficile per chiunque portare via campioni come Dybala dalla
Juventus, a meno che non lo chieda lui. Ma la Juve è in grado di
accontentarlo economicamente e sotto il punto di vista ambientale»
Infine, Bozzo parla anche di un suo assistito d'eccezione, Bernardeschi: «Fa
gola a molti, ma ha un contratto con la Fiorentina: non c’è motivo di
fare chissà quali ragionamenti. Pensa a godersi il momento senza farsi
condizionare. Già il 2016, comunque, è stato un grande anno per lui:
nessuno ti regala la possibilità di giocare gli Europei se non la
meriti».
Non sembra preoccupato poi dell'avvento dei cinesi sul mercato: «Tranne poche
eccezioni, per lo più puntano su giocatori a fine carriera. Mi
preoccuperei se prendessero campioni di 22-24 anni già affermati, ma...
la tradizione non si può comprare. Il fascino della Champions, di certi
tornei, regge ancora. E non dimentichiamo che stiamo parlando di un
campionato rebus, con distanze siderali e una qualità della vita diversa
dalla nostra. Insomma, possiamo stare tranquilli».