Bonucci: "Quando pareggio o perdo rosico. Obbligati a vincere"
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Data: 12/10/2018 -

Bonucci: "Quando pareggio o perdo rosico. Obbligati a vincere"

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Leonardo Bonucci ha parlato così, in conferenza stampa da Coverciano, del fondamentale match che attenderà domenica gli azzurri: contro la Polonia sarà vietato sbagliare
Leonardo Bonucci ha parlato così, in conferenza stampa da Coverciano, del fondamentale match che attenderà domenica gli azzurri: contro la Polonia sarà vietato sbagliare

Braccia scoperte, tatuaggi in bella mostra, testa alta nelle risposte. L'Italia non vince da cinque mesi, rischia la retrocessione in Nations League e ha un terribile bisogno di personalità. Non è un caso che a Coverciano si presenti in conferenza stampa Leonardo Bonucci. Quindici trofei in carriera, 82 partite in Nazionale e terzo miglior marcatore attuale con la maglia azzurra. Lui che è un difensore: "Ma la storia della Nazionale dice questo - ha sottolineato sorridendo - l'Italia non ha mai avuto bomber che hanno raggiunto 40 o 50 gol. Riva che è al primo posto ne ha fatti 35. In questo periodo ne sono passati diversi di attaccanti, ma la Nazionale è una storia a parte. È difficile trovarne uno capace di farne 20 su 20 partite".

Poi si inizia a parlare di cose serie, di campo piuttosto che di numeri. Di una vittoria che, appunto, non vuole arrivare: "A me piace vincere, quando pareggio o perdo rosico. Quindi sapete tutti quale sia il mio stato d'animo. Detto questo con l'Ucraina ho visto una Nazionale propositiva, brillante, al quale manca solo il gol, il che è un aspetto da non sottovalutare. Ma rimango fiducioso per il futuro". Lui, che alla Juventus è a punteggio pieno dopo le prime otto giornate di Serie A: "Sono tornato e fortunatamente stiamo vincendo con regolarità. In questo momento dentro di me c'è una situazione di benessere. Sta a me far capire ai giovani quanto vincere faccia lavorare meglio, ma per arrivare al successo non si deve sottovalutare niente. Così come nei 20 metri, dove non ci si può accontentare, ma colpire l'avversario".

Necessario capirlo, quanto prima. A partire da domenica, dalla partita con la Polonia. Altrimenti sarebbe retrocessione: "Sarà una partita difficile, che però abbiamo l'obbligo di vincere. Non è una situazione da dentro o fuori, ma poco ci manca. E retrocedere complicherebbe i piani futuri, come Euro 2020 e il prossimo Mondiale. Nella gara di andata abbiamo sbagliato tanto tecnicamente e i nostri errori hanno permesso loro di ripartire in contropiede, cosa che amano fare. Dovremo prestare attenzione ai vari Milik, Lewandowski, Piatek e Zielinski, ai quali non dovremo concedere spazi". Un imperativo, risolvere i problemi in difesa: "Prendere sempre gol è un problema, dobbiamo riuscire a rimanere equilibrati, anche se con l'Ucraina abbiamo preso due tiri in porta". Ci sarà bisogno del lavoro di tutti, compreso quello dei giovani: "Che forse soffrono un po' - spiega Bonucci - devono soltanto esprimersi come sanno fare. Sta a noi più vecchi aiutarli, perché qui tutti vogliamo tornare a riempire di orgoglio la nostra gente come fatto a Euro 2016 o in passato".

E fra i giovani c'è Barella, che nel suo esordio con l'Ucraina ha stupito tutti: "Lo vedo pronto, è già un leader. Da solo trascina il Cagliari, gli va dato il giusto tempo per crescere e sbagliare, ma sarà uno dei pilastri della Nazionale". Lo sarà anche Bernardeschi, suo compagno nella Juve: "Rispetto allo scorso anno ha fatto una crescita straordinaria, impressionante. Lo avevo notato da avversario, quando lo ritrovavo a Coverciano. Alla Juve ne ho avuto la certezza: sta diventando un uomo".

I riferimenti alla Juventus, però, non sono finiti qui. Anche perché domani in porta, per la Polonia, ci sarà il compagno Szczesny: "Abbiamo riso e scherzato nei giorni passati, questi 90 minuti ci vedranno avversari. Sarebbe bello segnargli, anche per prenderlo in giro". Poi c'è il caso CR7, che tiene banco anche fra le mura silenziose di Coverciano: "Sono vicende personali, quindi non posso dire nulla. L'ho visto tranquillo e sereno, chi di dovere deciderà quello che è giusto fare". Intanto il Portogallo vince anche senza di lui, così come ha fatto la Juve in Champions con lo Young Boys e il Valencia: "Rende più forti le sue squadre anche senza giocare? 33 anni, 5 Palloni D'Oro vinti e non molla un centimetro. È da ammirare e ti stimola al massimo". Di centimetri, fisicamente parlando, questa Italia manca un po', come denunciato da Chiellini dopo l'Ucraina: "Possiamo concedere qualcosa sulle palle inattive - concorda Bonucci - ma quando la palla arriva ai 'nanetti' là davanti ecco che ti fanno divertire"

Se potesse pescare fra le tante qualità della sua Juve per il bene della Nazionale, quale sceglierebbe Leo? "In questo momento credo che i bianconeri abbiano esperienza e qualità. Guardi la rosa e dai nomi dici che è difficile lasciare fuori 7-8 giocatori. Sarebbero titolari in tante altre squadre che competono per vincere la Champions. Manca questo salto che però stiamo intravedendo nei più giovani".

E dopo una rapida analisi sulla metodologia di Mancini: "E' meno ossessivo di altri, ci concede più momenti di riposo, ma tatticamente lavora tanto" Non si può non parlare di Ventura, tornato in corsa con il Chievo dopo il disastro della mancata qualificazione al Mondiale: "Credo sia importante per lui, ritrovare una panchina per dimostrare che dopo la non qualificazione al Mondiale ci possa essere un'altra chance. Io con lui sono nato, quindi posso solo ringraziarlo. Dopo la Svezia è stato fatto un gioco al massacro, però è ovvio che, sia lui che noi, abbiamo avuto delle colpe. Va detto. Gli auguro un in bocca al lupo perché le sue idee, maturate giorno dopo giorno, possono essere importanti. Ha detto che dopo la Spagna era come se non fosse più il Ct? È un suo pensiero, non saprei che dire. Noi siamo stati con lui prima, durante e dopo la Spagna. Siamo sempre stati a sua disposizione".

Dal campo al razzismo, con la curva del suo Stadium chiusa per un turno dopo i cori discriminatori contro la città di Napoli e gli ululati razzisti all'indirizzo di Koulibaly: "Il discorso è molto più ampio di una curva chiusa. Vediamo ogni giorno, nel sociale, episodi di razzismo e bullismo. Alcune pieghe negative che la nostra società ha preso negli ultimi anni. È un problema che dev'essere affrontato ma che non verrà mai sconfitto. Ma chi di dovere deve prendere posizioni più nette verso chi si atteggia da grande attraverso atteggiamenti deplorevoli".

Gioca in difesa Leo, ma quando c'è da attaccare e da alzare la voce non si tira mai indietro. Gli viene chiesto cosa ne pensa delle parole del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti ("Anno zero per il nostro calcio" Ha detto da Trento): "Rispondo che lo abbiamo vissuto dodici mesi fa - le parole di Bonucci - non è cambiato praticamente niente rispetto a prima. Anzi, forse le cose sono ancora peggiorate. L'Italia si merita altro, così come noi, i tifosi, tutto il movimento calcistico. Ci vuole una riforma limpida, che porti chiarezza".

E allora molto passerà dalle elezioni del prossimo Presidente Federale: "Servono regole precise e ferree al nostro calcio - ribadisce il difensore bianconero - la mia amata Viterbese, per esempio, non ha giocato ancora una partita e siamo al 12 di ottobre. Non credo sia una situazione normale. Tommasi? Ha deciso di non schierarsi per stimolare chi dovrà decidere in futuro. In prima fila nel calcio ci sono i calciatori. E se i giocatori hanno voluto fare un passo indietro, questo non vuol dire che non siano interlocutori importanti. Va rispettata la decisione di Tommasi, ma noi abbiamo fiducia nel prossimo Presidente Federale. Crediamo che il calcio possa ridare serenità, certezze e centri sportivi dove ci si possa allenare"



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