Tra cinque giorni si tornerà in campo. Juventus e Milan, con la semifinale di ritorno di Coppa Italia, riapriranno le danze a più di tre mesi di distanza dall'ultima partita giocata. Una sfida da ex per Leonardo Bonucci: "Penso sia stato giusto riprendere - spiega alla Gazzetta dello Sport - Il calcio in Italia è importante. Certo, ci mancheranno i tifosi, ma per gli italiani anche solo vedere in tv la propria squadra del cuore può dare sollievo".
La partita segna un ritorno al passato, quel difficile anno in rossonero che Bonucci non dimentica: "Fu un anno difficile per me, sia a livello personale che lavorativo - racconta - C'erano stati screzi e io, alla fine, specie dopo la sconfitta in Champions, ho preso una decisione poco lucida. Quei mesi al Milan mi hanno consentito di guardarmi dentro e capire che il mio posto era nella Juventus, in questa che sento la mia famiglia".
Il presente, più di prima, è la Juventus che dovrà lottare su tre fronti: campionato, Coppa Italia e Champions League. Nel caso in cui il campionato dovesse fermarsi nuovamente, Bonucci boccia l'idea dell'algoritmo: "Meglio finirla lì e non assegnare nulla - ammette - Speriamo si arrivi al 2 agosto e decretare un vincitore, sperando sia la Juve".
Altro tema trattato è quello delle differenze tra Allegri e Sarri: "Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, i momenti più difficili di una stagione, a far capire alla squadra come gestire il tempo di un match - racconta Bonucci - Lui in questo è stato un maestro. Sarri è un meticoloso, appassionato di tattica, a cui piace far giocare bene la squadra. Ha imparato anche lui, in questi mesi, cosa significa stare nel mondo Juve, in cui, per l'esposizione, non viene mai perdonato nulla".
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