«Mi chiamo Takehiro Tomiyasu, ma per favore chiamatemi Tomy. Spero di rimanere tanti anni qui con voi, vi ringrazio». Si presenta così, in perfetto italiano, Takehiro Tomiyasu, il secondo giapponese nella storia del Bologna dopo Hidetoshi Nakata.
Arrivato dal Belgio, dove l’anno scorso ha giocato quaranta partite col Sint Truiden, il difensore ha già vestito rossoblù in occasione dell’amichevole di sabato scorso, vinta 9-0 contro la Virtus Bolzano. Venti minuti da esterno difensivo, un esperimento inedito per lui che in carriera ha sempre giocato centrale, «anche se il ruolo non importa, basta scendere in campo», sorride. Un concetto ribadito più volte durante la conferenza stampa di presentazione. Maglia rossoblù in mano e un interprete al proprio fianco, proprio come succedeva ai tempi di Nakata, anche se promette: «Voglio imparare presto a parlare italiano per comunicare coi miei compagni».
Mitchell Dijks l’ha definito “battagliero” e Tomiyasu, nonostante i suoi vent’anni, punta già ad essere un leader «perché è quello che vuole mister Mihajlovic: non l’ho ancora visto, ma abbiamo parlato al telefono», spiega. In Copa America, col suo Giappone, ha già incrociato il suo futuro compagno Erick Pulgar, anche se i migliori consigli sulla Serie A gli sono arrivati dal suo connazionale Yuto Nagatomo: «Mi ha detto che in Italia troverò grande pressione - racconta -. Questo, però, mi entusiasma: vuol dire che la piazza è molto calda. Durante questi primi giorni in città, molte persone mi hanno fermato per incoraggiarmi».
Anche se difficilmente i tifosi rossoblù chiuderanno un occhio sui suoi gusti a tavola. Niente lasagne né tortellini, «il mio piatto preferito è il risotto». Proprio come Nagatomo che, ai tempi di Cesena, amava il risotto al parmigiano e la piadina. Quindici anni dopo il sayonara di Nakata, un altro giapponese è pronto a prendersi Bologna.
A cura di Gabriele Bonfiglioli