Una squadra più compatta, consapevole, il Bologna. Con un anno d’esperienze in Serie A in più. "L’anno scorso prendevi il calendario e dicevi: questa posso vincerla, questa la perdo, questa sì, questa no e via così. Ora invece questo è tutto un altro Bologna, più completo, con più qualità e più alternative: ce la giochiamo con tutte. Si sente la differenza differenza”, parola di Joey Saputo, presidente del Bologna, nell'intervista rilasciata al 'Corriere dello Sport'.
“L’altra sera parlavo con Nick De Santis e gli ho detto: ‘Nick, a Montreal soffro ad ognuna delle 34 partite e a Bologna sono altre 38. Quanto fa in tutto? Troppa tensione, ecco. Fiuuu...”. Tensione sì, ma certe emozioni non hanno prezzo: “Ho la fortuna di vivere emozioni uniche. Secondo me certe volte si pensa troppo invece a vivere l’esperienza in quel momento lì; mentre dovremmo imparare a godercela di più. Al Bentegodi sono andato sotto la curva dov’erano i nostri tifosi per ringraziarli. Era molto importante per me fargli capire che apprezzavo il fatto che fossero venuti in tanti a Verona".
Con un sogno nel cassetto, l’Europa: “Anch’io voglio andarci in Europa. Ci arriveremo, ma ci serve ancora un po’ di tempo. Le cose arrivano un po’ alla volta”. Sulla spartizione dei diritti tv: “Dovrà essere fatta in maniera meritocratica. Ci deve essere uno spostamento verso il merito. Il problema della ripartizione delle risorse non interessa solo il Bologna, ma la crescita complessiva di tutto il movimento italiano. Sono andato ad una riunione di Lega una sola volta ed è completamente differente da quella americana perché qui c’è tanta passione, lì si fa business. E poi nella MLS le decisioni sono prese per il bene collettivo, qui per l’interesse di questa o quella squadra”.
Accantonata l’idea di regalare un nuovo stadio al Bologna: “L’obiettivo è il restyling del Dall’Ara: non ci darà il 100% di quello che vogliamo, ma va bene anche il 90% se alla fine rimarremo nella nostra casa. Anche questo vuol dire avere una storia”. Parole d’elogio anche per Donadoni: “E’ come me. Anche lui si contorna di gente con cui sta bene e non ha paura di chi è migliore di lui”.
Usuale per Saputo appuntarsi tutto su un quadernino durante le partite: “Mi faccio sempre dare il foglio delle formazioni. Devo avere sempre in mano qualcosa. Scrivo chi entra, chi esce, i gol, le ammonizioni, cose così, ma dopo butto via tutto, subito, non è che vado da Donadoni e gli dico guarda dovevi fare così”. Una battuta anche su Destro: “Come per tutti gli investimenti, devi vedere il portafoglio completo. E’ ancora giovane, non vorrei che con gli infortuni si demoralizzasse: è un ragazzo in gamba e sono sicuro che farà bene”.
Nessun dubbio sulla partita preferita di questo campionato, finora: “Bologna-Crotone. Perché abbiamo vinto e mi sono liberato del gorilla da ottocento libbre che avevo sulle spalle. Ogni volta che prendevo l’aereo per l’Italia mi dicevo: non posso più andare a Bologna altrimenti non vinciamo più”.
Sulla collaborazione tra Bologna e Montreal Impact: “Noi in Canada abbiamo tanto da imparare sul piano tecnico. Guardiamo a Bologna se vogliamo far crescere il settore giovanile. Il 10 novembre, per esempio, verrà qui un ragazzo che si chiama Ballou Jean Yves Tabla, nato in Costa d’Avorio ma è cresciuto in Canada, ha diciassette anni e un buon potenziale. Si allenerà con la prima squadra e con la Primavera. I tecnici del Bologna lo valuteranno e ci riferiranno se è giusto l’investimento che abbiamo fatto a Montreal”. Su Drogba al Montreal: “Di recente ha avuto qualche problemino con il club, ma è una bravissima persona. Lo riprenderei domani”. Infine, sulla trattativa che ha portato Diawara a Napoli: “Il calcio è business, è andata così. Bisogna essere anche realisti, se vogliamo crescere certe decisioni bisogna prenderle, anche se per come ha agito forse non era un giocatore che faceva per noi”.