“La treccia? A dire il vero, non mi piace più tanto: ho 36 anni ormai. Però ho fatto tutta la carriera così. Perciò, fino a quando non smetto…”. Sui campi da calcio, Rodrigo Palacio sarà sempre “El Trenza”, il bomber argentino che, per diverse stagioni, ha guidato l’attacco di Genoa e Inter. E che ora, a fine carriera, è diventato un punto di riferimento del Bologna di Donadoni: “Io un esempio per i miei compagni? Non mi piace essere definito così - ha dichiarato in un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport -. A me piace lavorare, punto e basta. Non devo insegnare niente a nessuno”. Nemmeno a Mattia Destro, che Donadoni spesso relega in panchina per fare posto proprio a Palacio: “Con Mattia ho un ottimo rapporto e, soprattutto, non gli ho insegnato niente. Il casino lo fanno i giornalisti. Sono arrivato qui che tutti lo criticavano, ora ce l’hanno con l’allenatore perché non lo fa giocare. Non mi piace quando lo fischiano, è bravo, è forte”. I rossoblu, nel corso di questa stagione, si sono dimostrati un mix efficace di giovani e… “vecchietti”, proprio come Palacio: “Alcuni ragazzi possono diventare fortissimi. Penso a Verdi, che secondo me ha fatto la scelta giusta a rimanere ancora qui. Oppure Pulgar, che quest’anno è cresciuto tantissimo”. E se qualcuno, da un lato, potrebbe presto essere pronto per il salto in una big, Palacio adesso riflette sul suo futuro: "Già a dicembre abbiamo parlato con la società di un possibile rinnovo del contratto. Però, come ho detto anche a loro, non ci voglio pensare prima della fine del campionato. Soltanto allora valuterò che cosa fare del mio futuro". Chiusura sulla lotta Scudetto: "Il Napoli è la squadra che gioca meglio, la vittoria a Torino ha riaperto il campionato. Eppure la Juve ha la mentalità vincente per arrivare in fondo, sono abituati a vincere. Certo, devono affrontare ancora Inter e Roma. Chissà che i nerazzurri, sabato, non riescano a spuntarla...”
L’intervista completa sul Corriere dello Sport