Bologna-Napoli, Dzemaili si prepara. L'ex ha vissuto in Campania uno dei momenti più importanti della sua carriera, giocando anche la Champions. Ma nel corso dell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Blerim non si accontenta del triennio 2011-2014:
"Come ho iniziato? Io ho dovuto interrompere gli studi e mi dispiace, non ero ricco, papà ha sempre fatto il muratore" - attacca Dzemaili - "Ci ha portati in Svizzera e io ce l’ho fatta. Quando sono andato in Premier mi sembrava un sogno. Al Bolton mi feci male: crociato e menisco, non vedevo la luce. Poi mi ha comprato Urbano Cairo, al Torino. È l’uomo che più ha creduto in me con Mauro Pederzoli. Poi Parma: ho trovato Guidolin, un maestro. Ma l’allenatore a cui devo di più è Lucien Favre, quello del Nizza. Dovreste andare a intervistarlo. L’ho avuto a Zurigo, a due tocchi con lui non vincevi mai, è stato pure un gran fantasista. Mi vorrebbe di nuovo con lui, ma va sempre in squadre che non hanno soldi".
Sull'esperienza a Napoli: "Mi volle Riccardo Bigon, che mi ha rivoluto qui a Bologna. Sono stati tre anni importanti.Dicono che tanta gente non vuole andare a Napoli, che si vive male. Smentisco tutti: si sta bene, mai avuto problemi. Il mio amico era Paolo Cannavaro, la persona più brava incontrata nel calcio in Italia. Torno spesso, sono pazzo della mozzarella e della pizza. E ho tanti amici, Giupi tra tutti. Ho avuto grandi gioie, come la finale di coppa Italia vinta con la Juve nel 2012. Dolori? L’ultimo anno. Giocai meno, ma non è vero che non voglio stare in panca. Più gioco, più rendo, questo sì. E non è vero che non andavo d’accordo con Benitez, da lui ho imparato molto. L'ultimo anno ho sbagliato qualche atteggiamento, mi arrabbiavo. E ho capito che la storia era finita".
Chiusa la "carriera italiana" ci sarà il Montreal Impact? "C’è feeling con Saputo. Ha capito che do tutto e che sono semplice. Se Napoli è stato il top, Bologna mi fa dire che non mi sono mai sentito così importante. C’è un allenatore che capisce i giocatori, ieri ci ha dato riposo di giovedì, sembra strano, invece no, avevamo fatto tre giorni intensi. Donadoni può stare a lungo e fare grandi cose, se sogna il Milan, dove è stato importante, dico che lo merita. Ma pure il Bologna può diventare una big. Guardate i lavori qui a Casteldebole, un grande centro sportivo che cresce, c’è il restyling dello stadio, lo sviluppo del marketing. Dirigente? Forse un giorno lo farò".
Ultime curiosità: "Una volta smesso andrò a vivere a Lugano. Mi sento svizzero, ma i miei ora sono tornati in Macedonia. Per chi tifavo da piccolo? Borussia Dortmund e Milan".