“Nessuna paura delle vertigini, ora che abbiamo completato la scalata e la rimonta non ce lo possiamo permettere. Non sul più bello”. Parola di Nicola Ragno, allenatore del Bisceglie che da pochi giorni ha assunto la guida del girone H di Serie D e sogna il ritorno nel calcio professionistico a 19 anni da quell’estate 1998 che in questa città in riva al Mar Adriatico, distante 35 chilometri da Bari, ha rappresentato l’ultimo sprazzo di Serie C prima di un lungo peregrinare nell’inferno delle categorie inferiori. Domenica scorsa il Lazio ha aperto e chiuso le sliding doors del girone, mutando gli ordini in vetta grazie al successo nerazzurro per 2-1 sul Città di Ciampino e alla contestuale sconfitta del Trastevere, ex capolista, sul campo del Gravina, ecco il sorpasso: a due giornate dal termine. 180 minuti dalla Lega Pro: domenica, però, si dovrà passare dalle forche caudine di Nocera Inferiore, sul campo della Nocerina terza a -4 dalla vetta. “Sarà una finalissima, inutile nasconderlo - ammette Ragno - è la partita nella quale possiamo diventare assoluti padroni delle nostre fortune. Vincere a Nocera non sarà semplice, ma fuori casa abbiamo già portato a casa il bottino pieno 10 volte in stagione”. Non ama i mezzi termini, l’allenatore biscegliese, che di promozioni se ne intende: sono già otto nel suo curriculum, che a Bisceglie lo ha già portato per un biennio cinque anni fa. “Domenica si decide il campionato, perché nell’ultimo turno casalingo ospiteremo un Agropoli già retrocesso. E’ la settimana più importante della carriera per molti dei miei calciatori”.
Aria di professionismo, la stessa che l’attaccante Riccardo Lattanzio, 28 anni e due salti di categoria con Venezia e Fidelis Andria nelle ultime due stagioni, ha imparato a sentire molto da vicino: 16 reti lui, 17 l’esperto Montaldi, 37 anni, per una coppia di cannibali dell’area di rigore che sta spingendo in alto il Bisceglie. “Sin dal primo giorno, c’è stata intesa con lui - racconta a gianlucadimarzio.com -. La società ci ha dato subito fiducia, lui ha 37 anni ma ha la voglia e la forma di un ragazzino. Vuole sempre migliorarsi e per me è un insegnante. Siamo una squadra di testardi: sentiamo il sostegno del nostro pubblico e della società, che è stata sempre presente nei momenti di difficoltà, dai quali siamo venuti fuori da gruppo”. Già, perché appena 10 turni fa il Bisceglie avea 10 lunghezze di ritardo nei confronti della vetta. Ora “il destino è nelle nostre mani - ribatte Lattanzio - abbiamo vissuto una stagione di corsa, siamo stati bravi a crederci sempre ma non abbiamo ancora ottenuto nulla. Ci aspetta una partita molto difficile a Nocera, ma ora è tutto nelle nostre mani”. Lo dice serrando i pugni, quasi a visualizzare la partita che sarà. Determinato e feroce in campo, concentrato fuori: l’attaccante nato ad Andria (“Ci ho giocato, vincere il campionato da protagonista lì è stato bellissimo. Tornarci mi piacerebbe, ma ora voglio tornare in Lega Pro con il Bisceglie”) non ha dubbi sul momento cruciale della stagione: “Dopo la partita contro Gelbison, dove abbiamo incassato il pareggio all’87esimo, eravamo a -8 dal Trastevere. Siamo stati bravi a crederci sempre: non sono ipocrita quando dico che la squadra ha sempre creduto nelle proprie potenzialità”.
Se invece si pone la stessa domanda a Nicola Ragno, ecco che a catturare l’attenzione dell’esperto allenatore, già sette volte promosso dall'Eccellenza alla serie D (Ostuni, Bitonto, Monopoli, Noicattaro, Bisceglie, Fidelis Andria e Nardò) e una dalla Promozione all’Eccellenza, è la partita vinta in rimonta sul terreno del Cynthia: 26 febbraio, 1-3 e via a un filotto di risultati utili di sette vittorie e un pareggio che ha spinto il Bisceglie in vetta. “E se non fosse per i tre punti di penalizzazione (per mancati pagamenti da parte dell'ex presidente Ingrosso, ndr) saremmo praticamente con un piede e mezzo in Lega Pro” ribadisce orgoglioso il 50enne di Molfetta, provincia di Bari, che nella vita di tutti i giorni è un consulente finanziario. Dalla scrivania al campo, dalla calcolatrice alla lavagna di gioco: lo spirito non cambia. “Tutti devono essere messi nelle condizioni di rendere al meglio – aggiunge - anche in ruoli che non avevano mai ricoperto prima. Abbiamo cambiato tanto in corsa, le sorprese tattiche sono il sale della vittoria”. Vittorie, come le due ottenute su due partite contro Trastevere, a suggellare un rapporto di forza che non ha temuto rivali.
A legare Ragno e Lattanzio sono il percorso professionale e la reciproca stima: “L’anno scorso il mister ha avuto fiducia in me a Nardò dopo la tappa di Andria – spiega l’attaccante - prepara le partite nei minimi dettagli, già dal martedì prepara la squadra in ogni particolare”. E in attesa di poter cullare ancor più da vicino il sogno promozione, il pensiero di Lattanzio corre al recente passato: “Sono felice per la promozione del Venezia in B. E’ una società al top in Italia, lo dicono i fatti. Sono riusciti a fare il doppio salto vincendo serie B e Lega Pro. Il direttore Perinetti sa solo vincere, sono molto contento per quello che ho dato lì l’anno scorso e per i ragazzi che hanno accettato la serie D facendo la scalata con loro”. Che anche per lui sia il momento di tornare tra i professionisti, salutati nel 2013 dopo l’esperienza di Aprilia? “Ci spero, io ogni anno cerco di vedere la realtà. Quest’estate ci sono state 12-13 squadre che in estate hanno chiesto informazioni, però credo che la prossima stagione sia quella giusta”. Ovviamente “con il Bisceglie. Il gruppo è la nostra forza: anche chi gioca poco è sempre coinvolto. Un nome su tutti? Testa, il nostro secondo portiere”. In palio, se il traguardo sarà staccato, non ci sono però pizze: “Ne ho già pagate tante durante l’anno – ride Ragno - spesso metto piccole scommesse in palio nello spogliatoio per stimolarli a fare meglio. E spesso ho pagato, ma ne sono stato contento. Ora completiamo l’opera, altrimenti tutto quello che abbiamo fatto sin qui non troverà piena sostanza”.