Allegri e Spalletti, futuro in Premier League? Le voci sul futuro dei due allenatori ai verti della classifica di serie A aumentano: tardano i rinnovi. Il campionato inglese è il più adatto per i due? Intanto Gianfranco Zola prova a dare qualche consiglio:
"Quando arrivai da giocatore del Chelsea, Ruud Gullit mi disse: 'Non simulare e sii rispettoso, per il pubblico e gli avversari' " - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Poi mi misi a parlare con Vialli e Di Matteo. E loro: 'Non pensare da italiano ', e ovviamente non si trattava di una frase dispregiativa nei nostri confronti, ma significava calarsi in un nuovo mondo, diverso. Per un allenatore si tramuta nell'usare rispetto verso tutti: per esempio nel non chiedere punizioni contro l’avversario, nel non fare i furbetti. E parlo in generale, non mi riferisco a Max e Luciano".
Un esempio da non seguire... "Proprio l’altro giorno si è giocato Huddersfield-Leeds, 21 a pochi minuti dalla fine e baraonda finale. E’ successo che appena la sua squadra ha segnato il gol della definitiva vittoria, il tecnico dell’Huddersfield si è messo a correre come un matto, a esultare, è passato dall’area tecnica dell’allenatore del Leeds.Ma non è finita: conclusa l’esultanza davanti alla porta, è tornato indietro ed è ripassato dentro l’area tecnica dell’avversario, il quale non ci ha visto più e gli ha dato una spallata. Risultato? Espulsi entrambi. Perché è vero che se uno è passionale è giusto che esulti, ma con compostezza, sobrietà. Rispettando, appunto, tutti".
Altri consigli: "Sapere la lingua. E bene. Perché anche questa è una forma di rispetto e perché è il modo più semplice e veloce per dare un senso alla comunicazione coi giocatori. La lingua è tutto, comunicare ciò che pensi è la miglior strada per essere te stesso ed essere capito alla perfezione, senza fraintendimenti. Poi la cultura sportiva. Bisogna tener conto delle aspettative della gente che vuole vedere la propria squadra giocare per battere gli avversari. Non va contemplata l’idea di essere conservativi. Qui in Inghilterra si gioca per vincere, sempre: e questo va capito. In Italia si fanno tante storie e tante chiacchiere. In Inghilterra si gioca".
Allegri all’Arsenal e Spalletti al Tottenham? "Sarebbero enormi riconoscimenti. Un’ulteriore prova che ci sappiamo fare e che veniamo apprezzati. Vedete: negli ultimi anni è vero che la Premier ha aperto molto agli allenatori stranieri, ma dev’essere chiara una cosa: non aprono a tutti, sono molto esigenti e selettivi. Come diceva quello slogan: per molti ma non per tutti. L’Arsenal è tradizione, pubblico, vittorie, è come il Milan o l’Inter. Il Tottenham è, diciamo, un po’ come la Roma. Altra cosa: va capita la mentalità dei giocatori. In Italia ci si allena tante volte e tanto; in Inghilterra si gioca tantissimo, a mille all’ora, e sugli allenamenti bisogna essere meno pesanti. Tradotto: non bisogna essere né pressanti né stressanti".