Juventus-Napoli, ci siamo. Il big match di questa sera alloStadium coinvolgerà anche l'Argentina, patria delle due stelle, Dybala da una parte e Higuain dall'altra. Per Carlos Bilardo, campione del Mondo nel 1968 con l'Estudiantes e nel 1986 alla guida dell'Argentina, è l'occasione giusta per aprire l'album dei ricordi: "Questa lotta per lo scudetto mi riporta ai tempi in cui venivo spesso in Italia - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello sport - perché in larga maggioranza i miei giocatori della Selección giocavano lì. Il giro iniziava a Roma, poi andavo verso Sud e finalmente volavo nelle città del Nord. In Serie A c’erano Caniggia, Troglio, Sensini, Balbo e Maradona, ovviamente. Mi procuravo tutti i video delle partite, che ho ancora a casa mia. Per quello che vedo, dico che la Juve e il Napoli di oggi non sono arrivate ai primi posti per caso. Higuain e Dybala? Li guarderò con orgoglio, perché sono argentini. Si meritano il meglio, sono formidabili lavoratori. E sono un 'bel problema' per il c.t. della nostra Selecciòn: il problema dell’abbondanza di talento".
Higuain ha stupito anche l'Argentina: "Il Pipita è un intoccabile. Ha vissuto due momenti difficili, cose che capitano a tutti i grandi goleador: il gol sbagliato nel primo tempo della finale contro la Germania, al Mondiale in Brasile, e il rigore fallito nella finale di Copa America contro il Cile nel 2015. Se avesse segnato quelle due reti, sarebbe diventato l’eroe nazionale. La vita dei grandi cannonieri e di chiunque lavori nel calcio è legata agli episodi. Quante volte mi hanno danneggiato casa mentre dirigevo l’Argentina... Alla fine me la cavai con un trucco, misi sul cancello un cartello con la scritta 'venduta', così la gente pensò che avessi traslocato e la piantò di fare vandalismi. Il Napoli gli ha dato una cosa che finora non aveva trovato: la possibilità di esplodere come uomo squadra. Lui, i gol, li ha sempre segnati, ma al Real aveva compagni più 'mediatici' di lui. L’Italia gli ha dato qualcosa di speciale, oggi si parla del Napoli di Higuain. Penso che adesso in città non possa uscire da casa sua, come succedeva a Maradona. In quella città amore e passione del popolo sono fortissimi".
Dybala, spalle larghe: "Dybala lo conosco da quando veniva al nostro campo di Ezeiza ad allenarsi con la nazionale giovanile. E’ un ragazzo timido, ma molto solido, con una buona famiglia alle spalle. A me ricorda Caniggia, che ha giocato a lungo in Italia e che la pressione non la avvertiva mai. Dybala qui in Argentina ha giocato pochissimo, calcisticamente si è formato in Italia. Bisogna seguirlo, per la Selecciòn. Come facevo io con Troglio, Sensini, Caniggia, Balbo: andavo e venivo dall’Italia, nei cassetti conservo 16 passaporti pieni di visti".Higuain e Dybala insieme? Sì, nella Nazionale argentina: "Non so cosa pensi il ct Martino, ma se parliamo di ruoli, i due possono coesistere senza problemi. Il Pipita è l’immagine del centravanti classico, anche se tecnicamente è forte, un po’ come Crespo. Ma oltre a parlare del calciatore io punterei sulla persona: lui è un grandissimo professionista, un ragazzo serio, disciplinato. Dybala è una punta più moderna: negli anni Ottanta tanti non avrebbero saputo come schierarlo. Anche Messi all’inizio aveva questo problema. Nell’Argentina veniva impiegato come esterno, poi si è capito che Leo doveva essere libero di svariare su tutto il fronte d’attacco. Messi-Dybala-Higuain? Ci sono anche Aguero, Tevez e Di Maria... E’ un problema dell’attuale c.t.".