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Data: 25/03/2016 -

Benitez, Hierro, Diego Costa! "Ma anche Fausto Rossi!". Il mondo del Valladolid, con un progetto 'internazionale' tutto da scoprire

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La ‘tapa' Messi va giù che è un piacere: peperoni, carne e formaggio fondente è l’hat-trick che non t'aspetti. Sullo sfondo pure un involtino decisamente ‘galactico’ con farina di ceci, emmental e cipolla caramellata. Sapore di Clásico. L’antipasto sazia lo stomaco brontolone della clientela ma non la fame di futbol dell’amico David, studente e allenatore di professione, quella è l’intenzione. Una passione. E lui centra (e cerchia in rosso) subito il punto della questione: “Il nostro Valladolid deve tornare in Primera Liga nel giro di 3/4 anni altrimenti rischia il fallimento. Sarebbe davvero un peccato…”. E non solo per quello che è stato, perché la storia è di tutto rispetto. “Il Valladolid è stata la prima squadra che ha allenato Rafa Benitez. Poi ci fu anche Maturana. Per non parlare dei giocatori passati da queste parti: Valderrama, Higuita, Fernando Hierro, Diego Costa”. “E Fausto Rossi!” ricordo io. “Fausto! Che golazo contro il Barcellona del Tata Martino… gol vittoria”. Un David nostalgico prosegue minuzioso: “Qui ha giocato Platini con la sua Francia nel Mondiale ’82” che abbiamo vinto noi italiani. Momento amarcord finito. Ma se il club dovesse scomparire sarebbe davvero una pena anche e soprattutto per quello che potrebbe essere, il progetto che bolle in pentola è nobile e già ben avviato. “Il Valladolid possiede una squadra di giocatori ‘internazionali' che vengono da tutto il mondo. Vivono insieme in residenza e studiano. La lingua in comune? L'inglese...". Ma dopo qualche mese si spera lo spagnolo. “Soprattutto studiano! Per noi è la base fondamentale da cui nasce tutto” mi puntualizza il direttore del programma, Pedro Coria. Poi ovvio… “Giocano e si divertono con la palla tra i piedi. L’obiettivo è sia sociale-cognitivo sia tecnico, sportivo. E la cosa bella è che può partecipare chiunque si voglia buttarsi in questa esperienza”.

Valladolid, per tutti ‘Pucela’. Soprannome che deriva da? “Ci sono più ipotesi, tutte controverse”. David mi riassume con pazienza storie e aneddoti, leggende che s'intrecciano. “Pucela come ‘donzella’ o meglio ‘Pulzella’ d’Orleans, in ricordo di Giovanna d’Arco e la guerra dei cent'anni. Pucela come ‘pozuela’ ossia pozza di acqua in riferimento alla geografia di Valladolid: una pozza nell'arido deserto, città situata in una pianura circondata da fiumi. Oppure Pucela per via del commercio di cemento con Pozzuoli". Non si capisce quale sia la più attendibile, ma nessun cruccio. Centro città che non è quello di Madrid, ruota tutto o quasi attorno alla Plaza Mayor: lo stadio della squadra di calcio - José Zorrilla - si trova a cinque/dieci minuti di macchina, comodo e vicino. Abbastanza grande, quasi 30 mila posti a sedere. "Ingrandito per i Mondiali dell'82" mi si dice. "il tifo? Non è caldissimo, a qualsiasi posto in classifica. Certo quando la squadra va bene bene diventa uno spettacolo unico...". E che lo sponsor sia Mahou - la birra - è facile capirlo, scritto in gigante ovunque. Ma è la palestra quella che mi colpisce con le sue frasi motivazionali messe in ogni dove: "soffri in palestra, vinci in campo" oppure "la maggior parte delle volte il successo dipende dal sapere quanto bisogna aspettare per ottenerlo". Valladolid spera non più di tre/quattro anni, perché bisogna tornare in Primera Liga sì o sì. Questioni economiche, orgoglio e storia che bussano alla porta. Apre David Rodriguez de Prado con tutti i suoi bambini provenienti da ogni parte del mondo: il modo più bello (e sano) per dimostrare che un futuro ci può essere (e deve) eccome.



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