Hellas Verona-Benevento, gara speciale per Marco Baroni. L'allenatore dei campani era uno dei pilastri del Verona che nel 1996 centro la promozione in A e l'ex difensore toscano non dimentica. Stasera le due squadre si giocano una fetta di serie A e Baroni sa come si fa a vincere...
"Allenava Perotti, c’erano Tommasi e De Vitis, credo di aver lasciato un bel ricordo ai tifosi, magari non i più giovani..." - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Verona è la mia città preferita perché ricorda la mia Firenze. Entrare in quello stadio è sempre emozionante e lo sarà anche stavolta. Sto cercando di trasferire ai miei giocatori la voglia di fare bella figura, stupire e stupirci, trovare entusiasmo e coraggio: queste sono le partite più belle e dobbiamo alzare l’asticella. Vincere è emozionante, andare in A di più. Nel 1988, a Lecce, ci siamo anche salvati in A e da lì sono decollato per Napoli, dove ho vinto lo scudetto. C’era voluto coraggio a scendere in B dopo la Roma, ma non mi è mai mancato. Napoli? Città straordinaria, giocando accanto al dio del calcio e tanti campioni. Maradona resterà in eterno nella storia di Napoli, un messaggero del calcio, il più grande".
La promozione è un obiettivo possibile: "Diamo corpo ai sogni con il lavoro quotidiano. Ho fatto la semifinale playoff con il Novara e poi sono venuto qui perché questa è una terra fortunata. Cerco sempre sfide nuove, cerco di trasferire alla squadra la voglia di farne. Vita e calcio sono fatti di sostanza, do tutto per arrivare più in là possibile. Questo gruppo mi fa sperare, c’è tanta voglia ma non dobbiamo accontentarci, specchiarci. Sarebbe l’inizio della fine. La vera forza è saper gestire i momenti difficili. La mia massima è: se non vinco, imparo. Una sconfitta è sempre dolorosa, se lo capisci fai di tutto per non riviverla. Protagonisti fino in fondo? È il nostro obiettivo. Dobbiamo spingerci più in là possibile, c’è grande entusiasmo tra i tifosi per come giochiamo, onda che va cavalcata e sta a noi mantenerla viva".
L'arma in più? Amato Ciciretti, e per fortuna del Benevento il mercato non lo ha strappato ai campani: "Dipende da lui, è cresciuto tanto ed è sulla strada giusta. Qualità tecniche indiscutibili, ora ha spessore professionale, sa cosa deve fare. Sarebbe meglio non accavallare mercato e partite. Migliorarsi a gennaio non è facile, serve grande attenzione. Quest’anno sono stato sereno: avendo una proprietà forte, sapevo che non avremmo perso nessuno. Sì, è così, ma ho comunque una rosa all’altezza, sono contento dei rinforzi. Il presidente sa che stiamo facendo bene e non vuole mettere pressione sulla squadra. Io però credo che le pressioni vadano bene, siano utili e stimolanti se le trasformiamo in energia positiva. Se chiederanno la A non avrò paura".
Solo complimenti per l'ex: "È uno squadrone, ha un giocatore fuori categoria come Pazzini. Se non fa confusione va diretto in A. Ha pochi punti deboli, proveremo a trovarli". In chiusura d'intervista la volta play-off di Baroni: "Ora si delinea la griglia di chi si gioca promozione e playoff. I valori li abbiamo visti, ma attenzione: il Cesena ai quarti di Coppa Italia e in zona retrocessione vuol dire che ancora qualcosa deve dimostrare. Occhio al Perugia, ma pure Bari e Spezia faranno il salto di qualità".