Diciannovesimo titolo in bacheca quello vinto due giorni fa da Carlo Ancelotti, trionfatore in Coppa di Germania contro il Borussia Dortmund: “che sarebbero venti ma l' Intertoto non me lo volete mica dare, anche se ho vinto pure quello...”, dichiara l’allenatore italiano alla Gazzetta dello Sport. “Bisogna stare sempre sul pezzo, questo è il segreto. Se ti distrai un attimo, gli avversari ti fregano. E' una vecchia regola che mi ha insegnato mio padre, e io la tengo sempre in mente. Il calcio è, prima che il mio lavoro, la mia vita. E la vita, se non la vivi con passione e sentimento, che vita è?”.
Pareggio nel finale e vittoria ai rigori per il primo trofeo stagionale: “E’ arrivato quell' autogol rocambolesco, abbiamo pareggiato e vinto ai rigori. Ci sta, il calcio regala sempre sorprese. E comunque il mio Bayern, nonostante mille difficoltà e tante assenze, ha dimostrato carattere: sappiamo stare in campo. Non sempre vincono quelli che corrono più forte, anche la tecnica e la grinta hanno la loro importanza”. Estate tormentata, tuttavia, quella del Bayern. Tante sconfitte, tanti gol subiti, tante critiche: “Normale, quando non sei a posto fisicamente è facile andare incontro a brutte figure. E noi ne abbiamo fatte. Però la forza della squadra e le qualità dei singoli non sono in discussione. Il Bayern sarà protagonista in Bundesliga, in Champions League e in tutti i tornei ai quali parteciperà. Vorrete mica che mi demoralizzi per qualche sconfitta nel periodo di preparazione, eh... Siamo migliorati rispetto alla passata stagione e puntiamo ancora al traguardo grosso: la Champions League”.
L’eliminazione dai quarti di finale di Champions contro il Real brucia ancora: “Più che digerita, l’ho cancellata. Ho già detto quello che pensavo: l' arbitro, purtroppo, era in una serata no a Madrid, noi abbiamo commesso qualche errore nel doppio confronto e siamo andati fuori. Adesso si riparte da zero. Con più rabbia in corpo e con la consapevolezza di essere tra le top squadre d' Europa. Rivali più temibili? Le solite. Il Real Madrid che vince da due stagioni e che ha giocatori formidabili. Il Barcellona che avrà voglia di rifarsi, ha cambiato allenatore e vorrà aprire un nuovo ciclo. Le inglesi: il Chelsea di Conte mi incuriosisce. Antonio è bravissimo a trasmettere la sua mentalità da guerriero a tutto il gruppo. Ha dominato la Premier League contro tutti i pronostici, ha saputo imporre un modulo nuovo, ha convinto e fatto spettacolo. Che cosa gli si poteva chiedere di più? E poi c' è il Manchester City di Guardiola: attenzione, dopo un anno di lezioni di Pep i risultati si vedranno. Lo United di Mourinho ha vinto l' Europa League, ha tradizione, non va sottovalutato. Come al solito, tutto si deciderà in primavera: chi arriverà all' appuntamento in buona forma e senza tanti infortunati darà l' assalto al trofeo. Guardate noi, ad esempio: all' andata contro il Real Madrid, a Monaco, ci mancavano Lewandoski e Hummels, e alla lunga certe assenze le paghi”. Non ha citato il Paris Saint Germain di Neymar: “Una dimenticanza, chiedo scusa. Come potrei escludere i francesi dal lotto delle pretendenti? E poi dopo che hanno preso Neymar... Erano già forti, ora sono fortissimi”. Forse non hanno ancora lo spessore internazionale, la cosiddetta ‘mentalità da Champions’: “La acquisiranno. Neymar è fenomenale, aiuterà tutto il gruppo a crescere. E poi ci sono grandi giocatori, oltre al brasiliano: penso a Verratti, a Cavani, a Di Maria, a Thiago Silva, a Dani Alves. Credetemi, il Psg lotterà fino in fondo per alzare il trofeo. Inoltre l' acquisto di Neymar, oltre al contributo tecnico, ha portato pure quell' entusiasmo che è necessario per il morale di tutto l' ambiente”.
Sul prezzo del brasiliano: “Il calcio è una forma di spettacolo e come tale va considerato. Se ci sono certe cifre che circolano è perché qualcuno le può spendere. Non mi scandalizzo. Il giudizio su Neymar non deve essere formulato sulla base dei soldi versati dal Psg al Barcellona, ma su ciò che lui farà vedere sul campo. E con il pallone tra i piedi Neymar è divertimento puro. Come James Rodriguez? Sono elementi diversi, ma su James conto moltissimo. L' ho voluto, lo conosco bene dai tempi di Madrid. Adesso è infortunato, però si rimette in piedi velocemente. Lui ci consente di poter variare schema, ci dà imprevedibilità e velocità. Secondo me, qui al Bayern si affermerà definitivamente. Precampionato? E' normale che i tifosi si siano arrabbiati. Ma ora rimediamo. E poi la società mi ha sempre supportato. Mi sento in famiglia, so che tutti remano assieme a me nella stessa direzione. A cominciare dal mio amico Kalle (Rummenigge, ndr): lui è fantastico, un fratello”.
Impossibile non parlare con Ancellotti di Serie A: “La Juve ha vinto sei titoli consecutivi, ovvio che sia ancora la favorita. Anche se ha perso un uomo come Bonucci. La squadra di Allegri ha una mentalità vincente e con questa mentalità può sopperire a qualsiasi partenza. E poi il mercato non è mica finito, qualcuno lo prenderanno. Intanto è arrivato Douglas Costa, che avevo io: bel giocatore, rapido, fantasioso, in Italia farà bene. L' importante è che i bianconeri trovino solidità in difesa, che è stato il reparto decisivo in questa lunga striscia di vittorie. Allegri sa il fatto suo, vedrete che sistemerà tutto alla perfezione”.
Sul Napoli, affrontato dal Bayern la scorsa settimana: “Squadra rodata, giocano assieme da anni, si conoscono, e questo è fondamentale. Sarri ha fatto un grandissimo lavoro, la sua mano si vede, eccome... Sono rapidi, si trovano a occhi chiusi, e poi Insigne, Mertens e Callejon non danno mai punti di riferimento: difficile marcarli. Però devono migliorare quando vanno in difficoltà: in una partita ci sono sempre momenti bui e loro devono imparare a sopportarli e a sopportare la pressione degli avversari”. Il suo Milan, con un mercato super, è rinato: “Mi fa piacere vedere che sia tornato l' entusiasmo: San Siro strapieno per il preliminare di Europa League è un bel segnale. La gente ha fame di Milan, e questo è un punto di partenza notevole. I giocatori nuovi sono bravi, Montella è l' allenatore giusto per assemblarli. Sono curioso di vedere come li sistemerà. Però una cosa bisogna dirla: diamogli tempo, non si cucina un grande pranzo in mezz' ora. E alla prima sconfitta, lo dico perché so come siamo fatti noi italiani, non buttiamogli la croce addosso: il percorso di crescita prevede degli ostacoli e delle cadute”.
Il mercato dell' Inter forse è stato meno scoppiettante: “Aveva basi più solide. L' Inter ha messo in panchina un allenatore bravissimo: saprà motivare un gruppo che, a mio avviso, era forte pure l' anno scorso. E' Spalletti il valore aggiunto. Poi se arriva anche qualche giocatore sarà il benvenuto... Borja Valero, ad esempio, è una garanzia. E Icardi, come il mio Lewandowski, ha il meraviglioso vizio di buttarla sempre dentro, cosa che nel calcio fa spesso la differenza alla faccia di schemi, moduli e strane teorie. Il portiere para, il centravanti fa gol e tu vinci le partite: semplice, no?”.
Nel gruppo di testa c' è anche la Roma che sarà impegnata pure in Champions League: “Faccio un po' fatica a decifrarla: ha cambiato allenatore, Di Francesco lo seguo da tempo e trovo che abbia fatto molto bene con il Sassuolo. La perdita di Salah credo che si farà sentire. E poi ci sarà da vedere come sarà il primo anno senza un monumento come Totti nello spogliatoio. E' un aspetto da considerare, il capitano era un punto di riferimento: ora chi lo sostituisce?”. Sulle sorprese del prossimo campionato: “M' intriga l' Atalanta di Gasperini, anche se gli impegni europei possono pesare sul cammino in campionato. E poi voglio vedere Lazio, Fiorentina e Torino”. Infine sull' introduzione del Var: “Penso che se ci fosse stata quest' anno, a Madrid non avremmo perso e non saremmo stati eliminati dalla Champions League già ai quarti di finale... Sono favorevole all' innovazione, a patto che il gioco non ne risenta. Chi vince la Champions? Il mio Bayern, ovvio”. E ci ride su, non perché non ci creda, ma perché i pronostici di questo periodo cadono come le stelle.