Tre partite senza vittoria e il Bayern Monaco precipita in una crisi che non potrebbe essere definita altrimenti, visto lo status del gigante tedesco. Due sconfitte di fila in partite ufficiali sono cosa rara, e il fatto che l'ultima volta, nel 2015, siano arrivate a Bundesliga già vinta di certo non aiuta. Paragoni con Guardiola a parte, è chiaro che Ancelotti non stia vivendo settimane facili: così non va. L'imbarazzante 3-2 di Rostov, che è costato il primo posto nel girone di Champions League, è una nuova doccia fredda che deve necessariamente essere la chiave per voltare pagine. Perchè ora il cammino europeo, visto il secondo posto, potrebbe essere un pelo più in salita, e perchè in Germania il dominio non è sembrato così evidente come negli ultimi anni.
Il gioco latita, la difficoltà in zona gol è oggettiva e la difesa non aveva mai concesso così tanto negli ultimi anni. "Facciamo troppi errori, regaliamo occasioni agli avversari e siamo poco concentrati", il riassunto di Lahm dopo la partita in Russia. Una stoccata ulteriore è arrivata anche da Rummenigge, che ha diretto a Jerome Boateng la sua critica: "Deve tornare sulla terra". E così tutta la squadra, meno affiatata e più leziosa rispetto al recente passato. Questione di atteggiamento, che il Bayern sembra aver smarrito tra le infinite vittorie delle ultime stagioni. Ancelotti è arrivato per vincere in Europa, ma per ora i nove punti in cinque partite del girone raccontano altro, così come il secondo posto in campionato: il suo 4-3-3 non è efficace e alcuni giocatori (Müller e Alaba più di tutti) stanno facendo fatica. "Devo portare di nuovo la squadra in pista", ha detto Carletto. E la prossima di Bundesliga contro il Leverkusen può essere già il primo banco di prova, per scongiurare una crisi che, per i palati fini dei tifosi di Monaco, non potrebbe essere definita altrimenti.