A caccia della quarta Champions. Carlo Ancelotti iscrive il suo Bayern nel lotto delle favorite per la finale di Cardiff, ma allarga il numero delle concorrenti, ben sette per l'allenatore di Reggiolo. E' questo il primo argomento affrontato nel corso di una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport:
"Ci metto anche la Juventus tra le favorite. Ma questa Champions possono vincerla sette squadre: Real Madrid, Bayern Monaco, Barcellona, più l’Atletico Madrid, il Paris Saint Germain e il Manchester City. E’ aumentato molto l’equilibrio fra le grandi squadre in questa stagione. Non c’è una favorita-favorita. E’ cresciuta la Juventus, non è sceso il Paris Saint Germain, in più c’è il City che ha un allenatore che conosce bene questa Coppa. Nel girone d’andata sia noi, che il Barcellona, il City, lo stesso Psg, abbiamo avuto qualche problema, non siamo stati al top. Adesso però le cose migliorano per tutti. Noi del Bayern ora stiamo bene, anche se non abbiamo giocato benissimo in queste ultime partite. Però abbiamo ricaricato un po’ le batterie per il finale di stagione. I risultati adesso sono eccellenti, la qualità del gioco non tanto, ma miglioriamo di sicuro. C’è di buono che stiamo recuperando Boateng dopo l’operazione alla spalla e sarà pronto a fine febbraio, è un giocatore fondamentale per la difesa. Abbiamo solo un problemino con Ribery, gli altri stanno tutti bene ed è un vantaggio avere tutti a disposizione quando riparte la Champions".
Intanto Lahm, a 33 anni, ha annunciato il suo addio al calcio: "Mi dispiace eccome, ma è una scelta sua. Gli ho parlato a lungo, gli ho detto che per la qualità e la condizione che ha oggi, a 33 anni, poteva andare avanti tranquillamente al suo livello. Ma Lahm è stato ed è un grande professionista e mi ha risposto: 'Voglio fare questo lavoro al cento per cento, non al novanta'. Totti? Certo che gli ho parlato di Francesco e della sua scelta, gli ho fatto anche l’esempio di Maldini, ma non c’è niente da fare. Gli ho parlato perfino di me. Anch’io ho smesso a 33 anni, ma in campo sembrava che ne avessi 43...". Negli ottavi ci sono anche il Leicester di Ranieri e il Napoli: "Il Leicester deve fare quello che cercano di fare tutti, vincere in campionato e in Coppa. Non ho mai creduto alla possibilità di scegliere una competizione a scapito dell’altra. In questo periodo tutte le partite sono importanti. Il Napoli non mi sorprende, lo sto seguendo e vedo che gioca molto bene. Quello che sorprende, semmai, è che sia riuscito a mantenere la sua straordinaria qualità offensiva anche senza il suo giocatore più importante, Milik. Ho visto i gol. Una squadra che in trasferta, nel campionato italiano, fa 7 gol vuoldire che è fortissima".
Sulla corsa scudetto: "Il vantaggio della Juventus è notevole, la sua forza pure. Che sia la candidata allo scudetto mi sembra ovvio. Però vedo che Roma e Napoli non hanno intenzione di mollare e, se non mi sbaglio, la Juve giocherà i due scontri diretti all’Olimpico e al San Paolo. Come dice Allegri, il campionato non è chiuso. Bologna-Milan? Ho visto. Quelle sono partite che possono segnare una stagione. Montella non ha una squadra attrezzata come le altre tre grandi, però non mancano i buoni giocatori né lo spirito. Il Milan tornerà ad essere protagonista nel calcio italiano". In Bundesliga continua a stupire il Lipsia: "Sì, è vero, è una squadra che non molla. Sarà una battaglia fino alla fine». Sorpresa della Champions? "Non lo so, proprio perché c’è tanto equilibrio e lo possiamo vedere già dalle partite degli ottavi, noi giochiamo con l’Arsenal, non proprio un avversario qualunque, il Barcellona incontra il Paris Saint Germain. E anche Napoli-Real Madrid non è scontata".
L'Italia ha quattro allenatori italiani negli ottavi di Champions: "Vuol dire che siamo bravi, che i tecnici italiani sono apprezzati in tutta Europa e che la scuola italiana è all’avanguardia. Manca Conte? Già, sennò avremmo stravinto: cinque su sedici. Ma basta aspettare un po’ e arriva anche lui. Non sono sorpreso da Antonio. Conte è stato bravissimo, la squadra gioca molto bene, ha trovato una continuità impressionante. Non era facile, perché il Chelsea l’anno precedente aveva fatto male. Ma Antonio ha saputo trasformare questo dato in un vantaggio, puntando sulla motivazione dei giocatori". In chiusura d'intervista si parla anche dell'ascesa della Chinese Super League: "Cina? Ci salva ancora la competitività del calcio europeo e quindi non ci penso ad andare in Cina".
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