Aleksandar Kolarov decisivo per la sua nazionale, ancora una volta. Non è un caso che sia lui a segnare il gol partita nella gara d'esordio, e non è un caso nemmeno che lo abbia fatto su punizione, la sua specialità e il suo principale marchio di fabbrica. Si prende la scena lui, nonostante i suoi compagni 'italiani' Milenkovic e Milinkovic-Savic provino a mettersi in mostra con grandi giocate, uno in difesa, l'altro in attacco.
Kolarov che trascina la squadra, oggi come nel girone di qualificazione. Lì segnò il gol decisivo nello scontro diretto per il primo posto contro l'Irlanda, che per colpa di quella rete ha dovuto fare gli spareggi e il Mondiale se lo vede da casa. Non fu un tiro da fermo, ma ci fu comunque modo di apprezzare tutta la potenza del suo sinistro, pochi giorni dopo aver segnato anche alla Moldavia in una partita molto meno tirata.
Oggi si prende la scena con il suo primo storico gol mondiale, bello e potente come al solito. Impreziosito dal fatto di averlo segnato a Keylor Navas, uno dei migliori portieri al mondo, a cui magari avrebbe voluto segnare già in finale di Champions, traguardo sfuggito solo per poco.
E questa perla lancia una sfida niente male a un altro portiere tra i migliori in circolazione, il suo amico Alisson, che affronterà nell'ultima giornata del girone.
Sono 14 le reti da calcio da fermo in carriera, un'enormità per un difensore che questo vizio non l'ha mai perso. Neanche nel suo ritorno in Italia visto che con la Roma quest'anno aveva già segnato su punizione due gol, entrambi decisivi. E torna a farlo con la Serbia in una gara importante per tanti motivi: per il peso dell'esordio in un gruppo equilibrato, per il ritorno di questa nazionale al Mondiale dopo la mancata qualificazione del 2014.
L'obiettivo qualificazione sempre più vicino, ma prima ci sono da affrontare Svizzera e Brasile. Due partite da non temere per chi con il carattere e con la potenza del suo sinistro ha il coraggio di vincere ogni sfida e di infliggere la sua "punizione".
