Finisce 2-1 la sfida tra Lazio ed Empoli, andata in scena allo stadio Olimpico e valevole per la settima giornata di Serie A. Dopo il gol di Esposito nei primi minuti, i biancocelesti completano la rimonta con Zaccagni e Pedro, portando così a casa i 3 punti. Nel post partita, Marco Baroni ha rilasciato un'intervista ai microfoni di DAZN.
Lazio-Empoli, l'intervista post partita di Baroni
In apertura Baroni ha commentato la prestazione di Pedro: "Cosa gli ho detto all'orecchio? Di lavorare, di continuare così. Pedro è un ragazzo straordinario, ma principalmente è un giocatore che è un riferimento costante per la squadra, per i giovani. Io più volte dico ai ragazzi: 'Guardate, guardate sempre, anche quando è nello spogliatoio e si mette le scarpe', perché veramente è un modello, un modello di riferimento. E noi ora siamo contenti che sta bene, sta bene fisicamente, sa che è importante e quindi ce lo teniamo stretto".
Dopodiché, l'allenatore ha parlato della partita: "È una partita in cui si prende il primo gol per colpa del campo, perché comunque c'è stata la scivolata di Ivan (ndr, Provedel). Loro non hanno mai tirato in porta, noi abbiamo sbagliato un rigore. Insomma, in tutto questo, se ci mettiamo che era l'ultima partita di un ciclo di gare ravvicinate, la squadra ha voluto, ha tirato 8 volte nello specchio della porta, ha cercato, ha portato in campo voglia, determinazione, sentimento. Questo è quello che io voglio e che la squadra deve trasferire alla gente, a questo stadio meraviglioso, ai nostri tifosi. Ci dev'essere questo transfert, io tocco spesso questo tasto con loro perché poi da lì si può creare un gruppo importante, vincente".
Sugli obiettivi della squadra, Baroni ha dichiarato: "Noi siamo ambiziosi, come la nostra società, la città, la Lazio, ma questo non deve modificare niente sul nostro percorso. Noi dobbiamo passare dal lavoro, dal collettivo, dal creare un'identità forte, che la squadra sta piano piano sempre di più creando. Se ti fermi a guardare molto le classifiche è l'errore più grande che puoi fare. Chiaro che ci fa piacere l'entusiasmo, ma io oramai ho anche l'età giusta per tenere sempre i giocatori legati forte a quello che poi ti permette di fare questo tipo di prestazione che non è altro che il lavoro, l'attenzione, la dedizione, la cura dei dettagli e delle piccole cose".
Sul turnover: "La squadra sa che io ho portato avanti questa proposta, ma l'ho portata nel momento in cui ho visto questa partecipazione durante la settimana, durante il lavoro. Quindi io non alleno 11 giocatori, ma 23, 24, alleno tutta la rosa e quando vedo delle risposte durante la settimana poi i ragazzi sanno che vanno in campo. È giusto, perché non si può tenere 50 partite in un anno se non ci sono i giusti turnover o ricambi. Ci sono dei ragazzi che si allenano forte durante la settimana e hanno delle opportunità come gli altri, perché solo in questa maniera, solo tutti insieme si può fare bene e cercare di andare sempre più avanti in tutte le competizioni che abbiamo".
Come si gestiscono le forze durante la sosta? "Durante la sosta hai tanti giocatori che vanno via, qualcuno ritorna da viaggi intercontinentali a due giorni dalla partita. Queste sono le difficoltà e proprio per questo io rimango a lavorare con chi magari non ha la gratificazione di andare con le proprie nazionali, però può lavorare durante la settimana per conquistarsi poi la sua nazionale. Quindi lavoreremo forte, sappiamo che al rientro abbiamo un altro mini ciclo di sette gare in ventun giorni, però le affronteremo una alla volta e quindi adesso è anche il momento di recuperare un paio di giorni e poi riprendiamo il lavoro".