"Valerio mi mandava messaggi ogni due minuti per sapere come stesse andando la trattativa. Il giorno in cui ho detto sì al Bari gli ho fatto uno scherzo e gli ho detto che era saltato tutto: è stato un minuto senza dire una parola al telefono". "Io gli ho detto solo la verità, che c'è un progetto serio. Sono strafelice, perché Mirco è un grande giocatore e un grande uomo". Valerio è Di Cesare, Mirco è Antenucci. Compagni di squadra nel Torino che a maggio 2012 ritrovò la Serie A sotto la guida di Gian Piero Ventura, compagni di squadra sette anni dopo nel Bari che lavora per tornare tra 10 mesi in Serie B. Un legame solido, fatto di amicizia e pallone, che tra i monti di Bedollo svela anche - grazie a un'intervista diffusa dai canali social del Bari - la genesi della trattativa che ha convinto l'ex capitano della Spal a lasciare la massima serie per scendere di due categorie e legarsi ai biancorossi: "Ci lega un rapporto speciale, ci siamo rivisti dopo sette anni ma è come se siano trascorsi due mesi - racconta Antenucci - poi questa è una grande sfida e a me le sfide sono sempre piaciute". E in carriera non sono mancate: ha riportato in A il Torino, poi la Spal, ha sfidato la Championship con la maglia del Leeds. I frutti? 151 reti in 570 partite ufficiali, che gli valgono il titolo di punta di diamante del Bari di Giovanni Cornacchini. "Gli ho detto solo la verità - svela Di Cesare - gli ho parlato della piazza, del calore, della serietà. Poi sono stati bravi i dirigenti a chiudere una trattativa che molti pensavano impossibile. E direi che è stato anche bravo lui a sposare questo progetto"
L'anno scorso è stato tra i trascinatori del Bari in serie D. Leader difensivo e autore di 7 reti ("L’annata è stata positiva, ma il mio compito è quello di evitare di prenderli i gol" sorride), preziose per l'immediato ritorno tra i pro. In Puglia Valerio Di Cesare ha ripreso un discorso interrotto e il suo valore va oltre il campo. Quest'anno sarà il capitano e nella trattativa Antenucci c'è stato anche il suo zampino. Era metà giugno quando i due postarono su Instagram la storia di una cena condivisa in Salento, dove il nuovo numero 7 biancorosso è stato in vacanza. "Ci siamo capiti subito, appena Mirco è arrivato a Torino, è stata subito sintonia, un’amicizia che ci siamo portati dietro anche quando le nostre strade calcistiche si sono divise" è il sorriso di Valerio Di Cesare. Che non ha dubbi: "Bari, oltre a un grande calciatore, indispensabile in una squadra ambiziosa, ha preso una persona straordinaria". Che sotto la folta barba si lascia scappare un sorriso: "Queste parole mi costeranno più di una cena". con tanto di risate, pacche sulle spalle e sfottò.
Il centravanti ha già le idee chiare sulla C che verrà: "Bisognerà correre, dare tutto in campo, avere cuore prima ancora della tattica, della tecnica, dell’organizzazione. Io arrivo con grande entusiasmo ed è stato un piacere trovare in questo gruppo la stessa voglia, lo stesso spirito di sacrificio, ragazzi bravi e disponibili che in campo danno l’anima. Mi sono subito trovato casa e grande merito è di Valerio, gli vogliono bene tutti, un punto di riferimento nello spogliatoio". Difensore sul rettangolo verde, che studia da dirigente per il futuro: tra i segreti degli arrivi di Bolzoni e Brienza l'anno scorso c'era stata una chat Whatsapp a 3, utile per scambiarsi sensazioni e pareri prima della firma e dell'ok alla sfida nel calcio dilettantistico. Questa volta dagli schermi degli smartphone si è passati alla cucina pugliese. Il risultato resta lo stesso: Di Cesare vince, e "convince" vecchie conoscenze ad accettare la sfida Bari.