Negare le difficoltà è impossibile. Persino Tedino, uno che non cerca mai alibi, è costretto ad alzare bandiera bianca dinanzi agli infortuni: "Non è semplice. Non riguarda tanto chi abbiamo disponibile oggi, ma quel che dobbiamo fare durante la settimana. Con venti, ventidue giocatori, si può lavorare con intensità, ritmo e intensità, con dei contrasti. Quando ne hai pochi come nell'ultimo periodo, invece, devi essere bravo a gestire. E più gestisci, meno lavori. Così ti trovi con meno benzina". Problema mica da ridere per il Palermo, chiamato allo scontro diretto col Bari con mezzo organico fuori: "Ma è dall'inizio che abbiamo queste difficoltà. Abbiamo comunque preparato la partita al massimo, come sempre".
Assenze pesanti ovunque. A partire dal centrocampo, dove l'intera mediana titolare composta da Chochev (operato al menisco), Jajalo e Murawski (squalificati) è costretta a dare forfati: "E secondo me Dawidowicz in mezzo non ha una grande autonomia - prosegue Tedino -. Gnahoré non è Murawski, è un giocatore di propulsione. Murawski invece contrasta e riparte, fa molto bene la doppia fase e deve migliorare solo nella velocità di esecuzione". Assenze che hanno portato Tedino a sperimentare l'arretramento di Coronado nel ruolo di mezzala: "Igor è un giocatore ibrido e lo abbiamo provato in alcune situazioni che lo prevedono più arretrato. Il centrocampo però diverrebbe più leggero". Tutte soluzioni studiate in settimana, che per fortuna di Tedino non prevedono ulteriori modifiche in difesa, dove i rosa ritrovano Struna e Bellusci: "Bellusci è un ragazzo di grande affidabilità per entusiasmo, non vuole perdere nemmeno le partitelle sette contro sette". La tegola, nel reparto arretrato, arriva semmai per Szyminski: "Devo valutarlo, domenica è uscito dal campo con un microtrauma e per necessità, essendo veramente in pochi, abbiamo deciso di non farlo allenare in una certa maniera".
Queste, unite ai problemi dell'attacco, sono le criticità di un Palermo che non vuole mollare di un millimetro l'opportunità di trovarsi in vetta da solo. Staccando proprio il Bari, in una sfida che ancora non può essere decisiva: "Questa è una partita di cartello, vista la classifica, ma non credo sia determinante. In questo momento non sta scappando nessuno. Poi se in mezzo a queste difficoltà riuscissimo a fare un risultato veramente importante, allora sarebbe un elemento ancor più positivo. Il Bari ha un modo di giocare molto arioso, con giocatori di grande personalità e qualità, soprattutto in mezzo al campo e davanti". Allenato da uno dei volti nuovi di questa Serie B, che a Palermo (e non solo) ha lasciato ricordi indelebili: "Grosso è stato l'emblema della nazionale campione del mondo, al pari di Tardelli - conclude Tedino -. Lo stimo da allenatore, perché è partito dai giovani con la Juventus e lo ha fatto nel migliore dei modi, trasmettendo dei concetti ai suoi ragazzi. Ha le competenze e la moralità per fare carriera".