"Finalmente un gol che è servito a fare punti, a Frosinone avevo segnato ma non era servito per il risultato". Sorride e non si nasconde Fabio Daprelà, professione terzino con escursioni da goleador: a Bari ha ripreso a presentarsi davanti al portiere avversario, dopo tre anni di digiuno in serie B (gli ultimi centri a Brescia nel 2012/2013), e contro la Salernitana ci ha messo lo zampino nel centro del 2-0 che ha di fatto chiuso i giochi. "Cerco sempre di attaccare il secondo palo, io provo a stare lì e sabato è andata bene. Ma non chiamatela fortuna: i gol non sono mai un caso".
Trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Un detto che ben veste Daprelà dopo le difficoltà di inizio stagione ("Sono arrivato senza aver fatto preparazione, ci è voluto del tempo per entrare in forma"), ora "vede" la maglia di titolare complice il recente infortunio di Sabelli. "Io sono pronto-risponde con il sorriso-mi spiace per Stefano, ora capiremo l'entità del suo ko: dal punto di vista tattico posso giocare a 4 o anche come esterno nel 3-5-2, ma in passato mi sono anche adattato come centrale in una difesa a 3". Non conta la posizione, conta giocare: questo il Daprelà-pensiero, riverbero di una filosofia che si riflette sul campo. "A noi in questo momento servono punti, il bel gioco verrà dopo: sabato era importante vincere contro una formazione forte contro la Salernitana, lo stesso sarà a Pisa". Pisa, tappa inaugurale di un tour de force che porterà il Bari a sfidare i toscani, Avellino, Ascoli e Spal di qui a fine anno: "Ma guai a fare tabelle di marcia" entra in tackle il 25enne svizzero.
Quella all'ombra della Torre non sarà una trasferta come le altre: in panchina ci sarà Gennaro Gattuso, vecchia conoscenza di Daprela ai tempi di Palermo. "E' un ottima persona e un bravo allenatore, l'ho avuto per cinque mesi a Palermo: ci aspetta una partita molto difficile, lui è bravo a caricarti al massimo. Purtroppo all'epoca ha pagato i risultati negativi. Fu un addio amaro, ma abbiamo avuto un ottimo rapporto". Con un esonero maturato il 24 settembre 2013, dopo una sconfitta rosanero per 2-1, proprio a Bari. "Eravamo una grande squadra-ricorda Daprela-c'erano Barreto, Sorrentino, Belotti, Di Gennaro, Hernandez. E Dybala: aveva già dei colpi da campione, si capiva che sarebbe arrivato in alto". In alto, come quel Palermo che finì la stagione festeggiando il ritorno in A: "Questo campionato è lungo e difficile, per quello a Bari siamo stati bravi a non abbatterci dopo un avvio di stagione così così. Colantuono ci ha dato qualcosa in più, tatticamente non è cambiato molto ma abbiamo più grinta in campo: sta lavorando molto sulla mentalità". Compattezza è la parola d'ordine: "Pensate all'abbraccio tra Micai e Tonucci dopo l'autogol rischiato da Denis: ci diamo una grande mano e ci aiutiamo, questo vuol dire essere una squadra. Non abbiamo mai vinto due volte di fila in stagione, speriamo di iniziare da venerdì". Squadra che punta in alto, anche grazie alle escursioni nell'area avversaria di Daprelà: "Spero di prendere il vizio-scherza-il mio record stagionale è di 4 reti a Brescia (stagione 2012/2013, ndr). In caso di record? Cena di squadra".