Quattro vittorie nelle ultime cinque gare: Bari è tornata a sognare in grande. Sperando che sia solo l’inizio del rush finale verso la Serie A. “Ora si respira un’aria frizzante, siamo riusciti a riagganciarci al gruppo dei migliori anche se siamo un po’ staccati dai primi tre – ha rivelato Stefano Colantuono nell’intervista rilasciata a Tuttosport -. Abbiamo scalato tante posizioni, la squadra ci ha creduto facendo un buon percorso per quanto riguarda le partite in casa, invece nelle sfide in trasferta è rimasto un rendimento negativo. Se si vuole fare il salto di qualità occorre cambiare registro”.
Soddisfatto sì, ma manca ancora qualcosa: “Abbiamo fatto una vittoria molto importante a Benevento, una buona gara a Cesena e poi siamo tornati all’antico in casa dell’Entella. Dobbiamo rendere di più anche lontano da Bari perchè si deve aumentare il passo e a maggior ragione noi che siamo in rincorsa, non possiamo permetterci 2 velocità diverse tra casa e trasferta. La nostra storia è completamente diversa da quelle che stanno con noi davanti, siamo gli unici che hanno cambiato allenatore. Tante facce nuove anche a gennaio: bisognava far ritrovare minutaggio e condizione in pochi mesi ai giocatori arrivati qui dopo aver giocato pochissimo in altre squadre, non è facile: bisogna saper dosare bene le forze e c’è il rischio degli infortuni. Ma è stata una scelta precisa: il Bari pur facendo un buon finale di andata era solo 8° per cui bisognava rischiare e cambiare tanto. Sia per me che per il ds Sogliano era l’unica scelta possibile per provare a dare una scossa. E infatti, per esempio, giocatori come Galano e Floro Flores ci hanno dato subito un grande impatto e ad aprile si giocheranno 7 gare e sarà fondamentale avere una rosa folta per poter fare turnover. Una squadra deve avere un sistema di gioco di riferimento ma io l’ho sempre cambiato in base al materiale a disposizione. A dicembre mi sono trovato senza 10 giocatori e ho dovuto modificare sistema. Lo insegnano le squadre più importanti della A, come la Juve. chi l’avrebbe detto che sarebbe passata al 4-2- 3-1 con Mandzukic esterno! E’ sempre una questione di mentalità e voglia, ora i giocatori sono evoluti tatticamente. Noi siamo passati da una difesa a 3 a 4 senza problemi e anche a volte variamo anche in attacco. Con l’organizzazione si può”.
Uno dei volti nuovi è proprio Parigini: “Ha enormi potenzialità: inizialmente ha giocato, poi ho cambiato sistema e ha avuto meno spazio. L’ho riproposto e ha fatto un gran gol. Ci parlo spesso con Vittorio, il futuro dipende da lui: ha una velocità pazzesca, un cambio passo mostruoso”. Sulle squadre favorite per la promozione in A: “Le prime tre, SPAL, Verona e Frosinone hanno un buon margine a 12 gare dalla fine, se non hanno un crollo, il vantaggio è notevole”. Riguardo il suo rinnovo invece: “Quando sono venuto non ero così convinto di tornare in B ma mi affascinava la piazza ed in caso di promozione il contratto c’è già”. Con tanto di fioretto in caso di Serie A… “E’ impensabile che il Bari sia in B: nello scorso weekend siamo stati in Italia il 5° stadio con più spettatori: 22 mila, più di Lazio-Torino. E non è niente. Possono venire in 50 mila e sogno di vedere lo stadio pieno. Bari deve giocare in A sempre: magari un anno per salvarsi, un altro a metà classifica, un altro ancora a sfiorare l’Europa League. Bari in B è assurdo. A Bergamo andavamo in pellegrinaggio in alcuni santuari. Da qui a Padre Pio è un po’ troppo lunga ma qualcosa si può organizzare anche se ora è presto per parlarne”. Sulla prossima sfida contro un Trapani in salute: “Non bisogna guardare la classifica perché in B c’è grande equilibrio e puoi perdere contro tutti. Loro sono in forma e ci aspetta una trasferta micidiale”.