"Il pareggio contro lo Spezia non è stato un risultato negativo, ora lavoriamo sulla diminuzione degli errori". Stefano Colantuono non boccia il suo "primo" Bari, osservato cinque giorni fa al San Nicola, e prepara la sfida al Carpi dell'amico Fabrizio Castori (il secondo è stato una bandiera del Tolentino, Colantuno della Maceratese), che l'anno scorso l'ha battuto 2-1 in Carpi-Udinese. Altra categoria, altri colori, altre classifiche: "Non voglio alibi: ci vogliono un pò di tempo e un po' di pazienza. A livello generale c'è depresssione ed è comprensibile: ho rivisto la gara con lo Spezia in dvd. Nel primo tempo abbiamo fatto davvero bene. Dobbiamo migliorare il secondo tempo".
Out Di Cesare (problema all'adduttore), da valutare Matteo Fedele, autore della clamorosa autorete dell'1-1 contro lo Spezia: "L'avevo visto stanco ma l'ho tenuto in campo perché su palle inattive poteva darmi di più, avessi saputo che sfarebbe finita così l'avrei tolto primo. Era molto dispiaciuto, ci ho parlato. Sono stati grandi anche i tifosi, sono venuti a dare una pacca sulla spalla. A lui è servito". In difesa ci sarà Tonucci, a centrocampo Basha spera in una maglia, mentre nel 4-3-3 saranno confermati in avanti Brienza, Maniero e De Luca: "Non ci fossilizziamo sul sistema di gioco. Di qui al 29 dicembre dovremo esser anche bravi a cambiare pelle, ma lavoriamo sul 4-3-3". Non mancano messaggi ai singoli ("De Luca ha perso entusiasmo? Lo ritrovi in fretta" e ancora "Martinho sa che da lui mi aspetto di più") e chi lo definisce sergente di ferro trova come risposta un Colantuono ironico: "Io sergente di ferro? No, mi sento un sergente di latta. C'è un tempo per lavorare sodo è uno per staccare la spina. Vanno messi dei paletti e delle regole, perché poi a pagare è sempre l'allenatore".
Il primo punto su cui lavorare è la condizione fisica: "Dobbiamo applicarci. Se domenica avessimo vinto 3-0 avrei detto le stesse cose. C'è sempre da lavorare. Bari è una città meravigliosa, Bari Vecchia è fantastica, si mangia benissimo. Ma qui siamo venuti a lavorare. Sempre". Teme il Carpi: "Sono una squadra fisica, che l'anno scorso in serie A pur retrocedendo è rimasta viva. È una squadra che rende meglio fuori casa che a Carpi (11 punti contro 10) mentre noi facciamo meglio in casa. Dovremo essere presenti nelle fasi decisive. In serie A le partite hanno un andamento più costante, in B devi saper cogliere l'attimo. La chiave? Bisogna essere bravi sull'equilibrio. Quando sapremo attaccare la porta ma anche effettuare un lavoro preventivo in copertura, avremo risolto gran parte dei problemi".