Il mancino a giro di Rosina, il balzo felino di Micai su Cazzola, la zuccata vincente che non ti aspetti. Quella di Andrea Lazzari, il deus ex machina del Bari nel pomeriggio del “Picchi”: è stato l’esperto centrocampista, classe 1984, a decidere la trasferta di Livorno in direzione Mar Adriatico. Minuto 93 e 56 secondi, punteggio di 1-1: su cross di Valiani da destra, la palla arriva sul secondo palo per la sponda di Maniero, che tocca per Lazzari. Anticipo secco su Schiavone e centro del sorpasso, che vale una corsa folle verso lo spicchio di curva occupato dai 400 tifosi biancorossi, completato con l’abbraccio dell’intera panchina.
Arrivato nelle ultime ore di mercato in Puglia dal Carpi nello scambio con Porcari, Lazzari era stato accolto come una meteora di passaggio dalla piazza. Lentamente, ha conquistato la fiducia dell’allenatore, rendendosi pedina preziosa a gara in corso-oggi pomeriggio ingresso per Dezi al minuto 58-e mettendo in luce quei piccoli distillati di classe che l’avevano caratterizzato nelle esperienze con Atalanta, Cagliari, Udinese e Fiorentina. La voglia di urlare “gol” a 32 anni, a sette mesi dall'ultima volta-datata 23 agosto 2015, Sampdoria-Carpi 5-2- e con tanta serie A alle spalle, unita alla caparbietà messa in mostra nel recuperare palla sull’azione che aveva propiziato lo 0-1 è l’istantanea sul terzo posto-alla pari con il Cesena-degli uomini di Camplone, autori di una prova opaca per 77 minuti, ma capaci con due guizzi di conquistare l’intera posta in palio.
di Luca Guerra