Settantuno giorni. Tanto ha dovuto aspettare Ismail Achik per festeggiare il suo primo gol in Serie B. L’ha fatto bello. E utile. Anzi, fondamentale per evitare una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso a Piacenza contro la FeralpiSalò: avversario che aveva ribaltato il punteggio dopo il doppio vantaggio del Bari con le reti di Nasti e Sibilli nei primi 50 minuti, intervallate dal rigore parato da Pizzignacco a Diaw. La rimonta maturata con autorete di Di Cesare e i centri di Zennaro e Sau (alla terza rete di fila contro il Bari) rischiava di costare ai pugliesi la prima sconfitta dell’era Marino. Eventualità cancellata da Achik. Al quale sono bastati 30 secondi per incidere.
Tanti ne sono trascorsi dal suo ingresso in campo al 78’ per Pucino al gol del 3-3. Percussione di Maita, cross sporcato da un avversario e Ismail che risponde presente sul secondo palo, aprendo il piattone e battendo Pizzignacco. «Lo vedo in crescita - aveva detto di lui Marino alla vigilia - ci tornerà utile e sa calciare bene con entrambi i piedi». Detto fatto. Per la prima volta in B Achik ha scelto il destro. Esibendo qualità tecniche mostrate a piccole dosi nei primi due mesi a Bari. Società che ha creduto in lui pagando il cartellino 300mila euro (più circa 150mila di bonus, legati a obiettivi di squadra e personali). Nei primi due mesi Ismail aveva però visto il campo con il contagocce: 46 minuti tra le gestioni Mignani e Marino, confinato in fascia e inserito in una squadra che ha iniziato la stagione tra alti e bassi. A Piacenza, nel pomeriggio del suo primo gol in B, Achik ha esibito un tratto distintivo della sua carriera: la fame.
Compagna di viaggio sin dai primi calci a Cutro, provincia di Crotone, dove questo ragazzo dal dribbling facile rubava l’occhio ancora minorenne partecipando a tornei estivi in spiaggia. In palio c’erano cene, pizze, una birra o soldi. È in Calabria che Giovanbattista Martino, all’epoca giovane direttore sportivo del Rende, lo ha scoperto. Portandolo in squadra, poi girandolo in prestito tra Roccella e Castrovillari (maglia che aveva indossato il 17 marzo del 2019 da avversario al San Nicola, in un 3-1 per il Bari nel girone I di Serie D) e poi “suggerendolo” a Elio Di Toro, ds del Cerignola, quando il Rende lo ha svincolato. Era l’estate del 2020 e Achik raggiungeva la Puglia con papà, venditore ambulante. In gialloblù ha giocato tre stagioni, risultando un fattore sia in C che in D. Con tanto di numeri a supportare il concetto: 111 partite, 23 gol, 27 assist. Il Bari lo aveva cercato a gennaio, chiudendo per il suo arrivo in biancorosso otto mesi dopo.
La dedica per il primo gol in B non poteva che essere per “la famiglia - spiega Ismail - ho visto il pallone arrivare e ho pensato solo a calciare subito: mi è andata bene”. Marino se lo coccola (“Sta crescendo tanto e bene”), i tifosi lo vorrebbero vedere di più in campo. E Ismail ora non vuole più fermarsi. Con un chiodo fisso nel cassetto, mai negato dall’arrivo a Bari. “Nazionale marocchina? Prima era un sogno, ora che sono arrivato in una piazza così importante è un obiettivo. Bisogna farsi trovare pronti”. Come ha fatto Walid Cheddira un anno fa. Del suo connazionale a Bari Achik ha ereditato il numero di maglia, l’11, e l’ambizione. Senza nascondersi.