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Data: 04/04/2017 -

Barcellona, Rakitic: "Io e Mandzukic eravamo entrambi scontenti il giorno del sorteggio, Monchi? La Roma con lui potrebbe candidarsi a tante cose..."

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Ivan Rakitic sarà uno dei protagonisti del doppio quarto di Champions tra la Juventus e il suo Barcellona. Il centrocampista croato era stato accostato proprio alla Juventus, prima di aver rinnovato il mese scorso il suo contratto fino al 2021. Sul valore della Juventus, sulla doppia sfida di Champions e sul suo Barça, Rakitic ha si è espresso così, in un'intervista rilasciata ad Extra Time Gazzetta, cominciando proprio dalla squadra di Allegri :"Due anni fa era in finale di Champions, non è che non ha giocato il torneo negli ultimi 5 anni. Prima cosa. E poi per me la Juve, quando si parla di calcio italiano, è un punto di riferimento preciso, e posso estendere il concetto anche all’Europa. Ha una storia spettacolare e oggi è tra i 5-10 migliori club al mondo, è difficile da affrontare ed è abituata a vincere, ce l’ha nel dna. Sarà una sfida complicata per noi. In compenso posso dire che ho ottimi ricordi del loro stadio: lì 3 anni fa da capitano alzai l’Europa League col Siviglia dopo il successo sul Benfica". Una sfida che all'andata Rakitic giocherà senza il suo compagno di reparto, Sergi Busquets, out per squalifica: "Non siamo noi a non avere un giocatore come Busi, è che nel mondo del calcio non ce n’è un altro così! Sono anni che rende a livelli altissimi e ci mancherà, ovvio. Però siamo un gruppo numeroso e troveremo una soluzione: nelle ultime gare abbiamo dimostrato di poter giocare con sistemi differenti. L’importante è non ripetere gli errori di Parigi". Sembrava che la partita sotto l'ombra della Torre Eiffel potesse condizionare il cammino del Barça e invece...: "Per tutta la settimana precedente alla gara l’ambiente era diverso. Non posso dire che eravamo convinti di farcela però l’atmosfera era particolare: “Con tutto il rispetto per il Psg - ci dicevamo - se loro ce ne hanno fatti 4 noi possiamo attaccarli e provarci. Poi vedremo se saremo capaci di rimontare”. L’intensità era altissima, le idee chiare, il feeling durante gli allenamenti molto bello. Abbiamo iniziato la partita alla grande e loro non sapevano dove prenderci, siamo andati sul 3-0 con merito. Poi un momento di distrazione, approfittano della prima occasione che hanno e il primo pensiero è: “Uffff, ora è dura. In panchina quando ci fischiano la punizione non avevamo dubbi: “Bisogna segnare. Se lo facciamo può succedere di tutto”, dicevamo. Gol e impressionante. Da lì loro negli ultimi 7 minuti hanno azzeccato appena 4 passaggi, la nostra pressione è stata eccezionale. Poi il rigore: “Dobbiamo segnare e poi fare anche il 6° gol perché non può finire così, la storia non può restare incompiuta. Gol. E l’ultima punizione, la ribattuta, Ter Stegen che recupera la palla, Ney che crossa, Sergi che segna, lo stadio che esplode… Con tutto il rispetto per il Psg penso che tutti gli amanti del calcio quella sera siano diventati del Barça perché abbiamo fatto una gara storica, un’impresa del genere non era mai stata realizzata e non so quanti anni dovranno passare prima che si ripeta". Dopo i campioni di Francia in carica, arrivano quelli d'Italia della Juventus in cui ci sarà la sfida nella sfida con il connazionale Mandzukic, con cui ha condiviso questa notizia negativa: "Eravamo tutti scontenti. Li abbiamo affrontati due anni fa in finale e sappiamo quanto sono forti. E lo stesso mi ha detto Mandzu, non ci volevano. Però la Champions è così: nel 2015 nella fase ad eliminazione diretta abbiamo sfidato solo campioni in carica nei rispettivi Paesi: Juve, Bayern, Psg e City". E se la Juventus dovesse passare il turno, si tratterebbe dell'ultimo quarto di Champions di Luis Enrique sulla panchina del Barcellona, il cui futuro è ancora incerto: "Dobbiamo cercare di chiudere la stagione al meglio poi il club deciderà la cosa migliore. Sono stati 2 anni e mezzo spettacolari, quasi perfetti: 8 titoli su 10 e sensazioni ottime. Io sono arrivato con Luis Enrique e in un anno siamo passati da zero titoli al triplete , non era per niente facile. Mi ha voluto qui, gli sarò sempre grato. Capisco la sua stanchezza, è uno che cura ogni dettaglio, ha il Barça sotto la pelle e la cosa consuma tanto. Noi abbiamo fiducia nello staff che c’è ora: se restano, perfetto. Se viene qualcun altro, lo stesso. L’importante è che la squadra continui nella sua linea". E infine una battuta su una persona che potrebbe arrivare in Italia e che Rakitic conosce molto bene...:"La Roma ha già una buona squadra e per me Monchi è impressionante. Prendere lui è come prendere 10 giocatori nuovi: per quanto lavora, per la sua implicazione, per la sua conoscenza. Sarebbe una cosa molto positiva per un club che è già grande e ha alle spalle una bella storia ma al quale spesso è mancato solo l’ultimo passo per trionfare. Nel calcio non c’è niente di sicuro ma con Monchi la progressione della Roma potrebbe essere perfetta:"Se davvero andrà alla Roma sarà candidata a tante cose, di sicuro..."



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