Questa storia avrebbe avuto contorni tutti diversi. Ma non è il periodo giusto. Non ci riusciamo nemmeno a vedere per il Clasico: “Sai, i posti al massimo sono sei. E noi al pub siamo già al completo…”. Nessun problema. Lo scriviamo e lavoriamo con le foto. Perché c’è un cuore pulsante a Torino, che non batte né bianconero, né granata. Anzi, forse anche, ma qui si parla di blaugrana. Barcellona. Si chiamano Penyes, in generale. Peña al singolare: sono i club di tifosi che sostengono il Barça ovunque nel mondo. In Italia si contano sulle dita di una mano (Genova, Roma e Milano a cui se ne aggiunge uno nel Canton Ticino): c'è anche in quella Torino che ospiterà Messi e compagni per la sfida contro la Juventus.
Senza Ronaldo di fronte. Non importa, la sfida sarà sentita comunque. “Siamo nati 10 anni fa”, ci racconta Vittorio Pegone, voce giovanile, sicura: è il fondatore del club che in Italia è particolarmente attivo. “Nel 2015 eravamo a Berlino per la finale di Champions contro la Juve”. Il loro striscione è stato esposto in tante Cope del Rey, la peña è diventata “un ritrovo per tanti”. Quanti? Oltre 80 tifosi, tutti con storie particolari.
Dal rivoluzionario, all’indipendentista
Accomunati da quei due colori, i componenti del club sono diversi. “I membri più anziani tifano o tifavano anche per una squadra italiana, qui molti di noi sono anche del Toro o della Juve; quelli più giovani invece sono solo per il Barça. Ma non è una questione di vittorie”, assicura. “Qui si parla di valori: un amore per l’indipendenza che appartiene a ognuno di noi”. “Ci piace seguire il Barcellona per una questione di idee: è un club che ha sempre avuto una filosofia propria, personale. Forte”, racconta.
E pensare che la peña torinese è nata quasi per caso: “Mi ricordo quando negli anni Novanta facevamo fatica a conoscere i risultati, avere notizie. Poi è arrivata la televisione via satellite, ed è arrivato Facebook”. Ne è nato un gruppo, a poco a poco diventato realtà: “Il momento più bello è stato accogliere il Barcellona nel 2017, quando è tornato a Torino per i quarti di Champions”. Non accadeva da vent’anni, ma quella volta vinse la Juve 3-0.
E il rammarico forte è quello di non poter aver contatti con i dirigenti, come è sempre capitato quando la squadra arriva in Italia. Niente stadio, niente incontro. Di solito, ci si ritrova in un pub del centro di Torino a tifare o per accogliere i tifosi che arrivano direttamente dalla Spagna. In questo caso, la partita si vedrà davanti alla tv di casa, con Facebook e Whatsapp aperti per commentare. Quasi come 10 anni fa, con la stessa passione di sempre.