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Data: 09/12/2016 -

Ballerino mancato con la paura di volare: Defoe, l'imprescindibile leader del Sunderland

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“La palla giusta non la sbaglia mai”. Parola dei tifosi del Sunderland, che per Jermain Defoe proprio stravedono. Trascinatore. E pensare che “se non avesse fatto il calciatore sarebbe diventato ballerino”, afferma mamma Sandra. Ma l’adorazione per Ian Wright ha fatto sì che il calcio rappresentasse la sua vita.

Le richieste di aiuto alle maestre coi compiti ai tempi delle scuole per permettergli di dedicarsi totalmente al suo sogno. La paura di volare. L’immancabile pasta al pesto e salmone con broccoli mangiati ogni sera prima della partita. I gol. Tanti. Grazie ai quali la scorsa stagione trascinò il Sunderland alla salvezza; quest’anno cerca di replicare l’impresa. Già 8 le reti in 14 match di Premier League, quello del definitivo 2-1 contro il Leicester l’ultimo in ordine di tempo. 151 in totale in Premier. 34 anni e non sentirli.

Big Sam Allardyce aveva parlato chiaro alla società in seguito alla salvezza raggiunta “L’anno prossimo si riparte da Mannone e Defoe”. Poi l’incarico – e licenziamento - da ct dell’Inghilterra ma l’arrivo di Moyes non ha cambiato il ruolo del ragazzo cresciuto nell’est di Londra. Anzi, l’ha messo ancor più al centro del progetto. Chi lo dava per finito ai tempi del trasferimento al Toronto ha preso un grosso abbaglio.

Irrinunciabile, Defoe. Per i tifosi, ai quali non si sottrae mai: c’è chi è sicuro di averlo osservato fermarsi a firmare autografi anche per ore. La maglia dei Black Cats più venduta è la diretta conseguenza di un amore sbocciato dopo le indimenticabili lacrime versate per il gol nel derby contro il Newcastle, aprile 2015. Ma soprattutto per i compagni: uomo spogliatoio grazie alla sua musica ed allegria durante i momenti di pausa; leader in campo quando si fa sul serio: mai una parola fuori posto o un richiamo di troppo, solo e sempre gol. Decisivo. E sempre ben distante dalle voci di gossip, il pane quotidiano della stampa inglese. Perché a Defoe importa solo salvare il Sunderland a suon di gol, il resto non conta. D’altronde “la palla giusta non la sbaglia mai”, sia in campo che fuori.



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