Trent’anni fa, altri tempi. Il calcio ancora non conosceva le proprie potenzialità economiche, ed era intriso di un romanticismo che col tempo in parte s’è perso. Con tutte le sue contraddizioni, chiaramente. Ripensando a quel Napoli-Real Madrid, nel 1987, è questo il primo aspetto che Salvatore Bagni vuole sottolineare. “All’epoca si giocava la Coppa dei Campioni, era tutto diverso: giovava solo chi vinceva il campionato, mentre ora si fanno anche discorsi commerciali” spiega l’ex giocatore a gianlucadimarzio.com.
Il Napoli, neofita della competizione, incontrò al primo turno proprio i madrileni, campioni di Spagna. “Eppure ci credevamo e di possibilità ne abbiamo avute. Al San Paolo li avevamo annichiliti per mezzora, sono stati trenta minuti da ricordare. I tifosi che hanno visto la partita parlano tuttora con fierezza di come mettemmo sotto il grande Real” prosegue nel racconto Bagni. Che svela come si vivevano i minuti prima di gare del genere: “All’andata, battevano i pugni contro il nostro spogliatoio per intimorirci. Bisognava avere gli attributi per giocare lì, c’era parecchia sudditanza generalmente nei loro confronti”. Ed è per questo che, come aveva già ricordato Bruscolotti, nonostante l’eliminazione, gli azzurri furono orgogliosi di quanto fatto vedere in campo: “Eravamo soddisfatti, anche se con qualche rimpianto. A Madrid potevamo andare subito 0-2, con la traversa di Renica e l’occasione di Giordano, e a quel punto non saremmo usciti. Ciò che mi rimase impresso fu il sacrificio di tutti, Maradona rientrava a ridosso della nostra area a difendere. Eravamo uniti, e questo non ci faceva temere nessuno”.
Un messaggio, questo, che Bagni vuole che anche il Napoli faccia suo. “Il sorteggio non è favorevole, ma la squadra di Sarri ha un gioco per cui non deve temere nessuno. Al Bernabeu sarà dura, gli spagnoli sono come i napoletani, sanno caricare i giocatori anche se sono più esigenti” afferma l’ex mediano. Come nell’87, bisogna giocarsela alla pari, senza timori: “Gli azzurri dovranno essere sicuri dei propri mezzi, perché possono segnare tanti gol anche al Real Madrid. Attenzione ai loro campioni, però, che sono in grado di fare giocate che indirizzano una partita, pur senza giocare bene: è questo il vero pericolo”.
La formula dell’attuale Champions League è completamente diversa. Più squadre, un percorso preliminare, una fase a gironi, prima delle eliminazioni dirette. Un passo falso, oggi, può essere riscattato; trent’anni fa, no. “Se la competizione si fosse svolta così anche per noi, una Coppa dei Campioni l’avremmo vinta sicuramente, ne sono convinto” conclude Bagni. Consapevole di aver fatto parte del Napoli di Maradona, uno dei più grandi “se” della storia del calcio europeo.