Argentina, è lì che ha aperto una fattoria…per passione;
Buddah, Bologna e Brescia: la fede al primo posto, poi seconda e terza giovinezza calcistica;
Caccia, la grande passione. Forse anche poi del Calcio che pure inizia con quella lettera lì;
Divin codino, chi non l’ha chiamato così almeno una volta?
Eddy Baggio, il fratello che avrebbe voluto seguire le sue orme nel mondo del calcio;
FAO, è ambasciatore per la fame nel mondo;
Gazzetta, a lui uno dei pochi 10 in pagella della rosea;
Hubner, compagni e amici ai tempi del Brescia;
Insalata alla Baggio, con uova sode e scaglie di parmigiano: alla Stacca di Brescia era il suo piatto preferito, finito addirittura nel menù;
Lampioni, quando era piccolo si divertiva a centrarne con il pallone;
Marmellata #25 di Cesare Cremonini: "Ah da quando Baggio non gioca più"...ma ovviamente anche M come Mazzone, molto più di un allenatore;
Nigeria, forse la sua partita migliore con la maglia dell’Italia;
Oro, il pallone sollevato nel 1993;
Pasadena, e quei rigori maledetti di Usa ’94;
Quaranta e mezzo il suo numero di scarpe;
Rancore, dopo il suo passaggio alla Juventus non gliel’ha portato nessuno: Raro, anzi Rarissimo;
Sharon Stone, doppia S per la sua attrice preferita;
“Tanto così”, e quelle dita per mostrare di quanto il pallone fosse uscito dalla porta di Bartez ai mondiali del 98’;
Uruguay, il primo gol la maglia della Nazionale;
Vicenza, i primi calci, i primi gol, il primo amore;
Zico, “Ognuno ha i suoi idoli, io ho Zico”, disse una volta.