Per un giorno, anche la Torre più famosa del mondo sembra un po' più dritta del solito. Sembra che a Pisa le cose siano tornate tutte al loro posto. Un colpo di bacchetta... Magico, come il gruppo guidato da Corrado che ieri sera ha dato l'annuncio più atteso in città. Il Pisa passa di mano, finisce l'era Petroni. E come per magia la protesta diventa festa. Fanno rima sì, ma i due concetti stridono eccome. Eppure c'è qualcosa di magico davvero se la manifestazione davanti alla prefettura di ieri si è trasformata in un attimo nell'antipasto di una festa vera è propria. È bastato un comunicato, la notizia di un accordo finalmente raggiunto tra i Petroni e Corrado. È bastato poco per fare festa in un giorno che di festa, comunque, lo sarebbe già stato. Un 8 dicembre che a Pisa in pochi riusciranno a dimenticare, perché i regali sono arrivati in anticipo quest'anno e l'albero di Natale lo si fa tutti insieme, all'Arena. Lo stadio apre le porte, fuori c'è la gente in coda per un panino alla porchetta. Come fosse una partita. Le bandiere, i bambini con la maglia del Pisa, ultras e famiglie insieme ad applaudire e sostenere la squadra di Gattuso. Doveva essere la seconda tappa di una protesta che sarebbe culminata domani con il tentativo di non far giocare la partita contro il Bari: non servirà. Perché all'Arena oggi c'è spazio soltanto per i sorrisi. L'incubo è finito, il passato già alle spalle. Un'estate drammatica e tre mesi difficilissimi possono essere messi nel cassetto, a futura memoria. "Ci s'è fatta!" urla un ragazzo abbracciando un tifoso più anziano. Non sono parenti, hanno soltanto tutti la stessa fede all'Arena oggi. Perché i tifosi in questa storia hanno giocato un ruolo fondamentale. Qualcuno si commuove, il segno evidente che a soffrire è stata tutta la città e non solo la squadra di Gattuso. Corrado fa capolino, lo salutano gli applausi scroscianti di oltre 5000 tifosi nerazzurri. Poi l’incontro con la squadra negli spogliatoi, biglietto da visita della serietà. I giocatori escono ad uno ad uno. Foto, selfie, autografi. Finalmente sorrisi, su tutti quello di Gattuso che si prende gli ultimi applausi e l’ultimo coro. Poi tutti sul pullman. Perché domani c’è il Bari, torna il campionato. Ma a Pisa è cambiata l’aria, anche se la rima è la stessa: da protesta… a festa. Merito di un colpo di bacchetta “magico” che per un giorno fa sembra un po’ più dritta del solito anche la Torre più famosa del mondo.
Data: 08/12/2016 -