“Nei due anni in cui siamo stati compagni di squadra, lui ha sempre voluto festeggiare il suo compleanno insieme a noi. Una volta, dopo una partita, ci ha portato tutti fuori cena in un ristorante… brasiliano”. Come un gol a porta vuota per Ronnie. “Diciannove anni fa” sibila Gianluca Pagliuca. Con voce quasi rotta e commossa. “Bei momenti” ci ripete in esclusiva, di tanto in tanto, tra un argomento e l’altro.
Pagliuca in porta, Luiz Nazario da Lima 'Ronaldo' davanti a fare il fenomeno. Il Fenomeno. “Ho giocato con tanti campioni però lui aveva qualcosa in più rispetto a tutti gli altri: sicuramente il più forte. Mischiava tecnica e velocità, faceva il movimento più rapido e ti fregava. Era quello che faceva la differenza”. Ma anche le punizioni…. “Noo… quelle gliele paravo!” e ride, Gianluca. “Non era il suo pezzo forte. Ok, era bravo anche in quello ma lui eccelleva… in tutto il resto!”. Dici poco. Ronny, brasiliano anche in allenamento, non c’era niente da fare. “Non si sacrificava molto. Ciondolava. E Simoni si arrabbiava. Io, Bergomi e Simeone cercavamo di spronarlo ‘dai porca…’ ma lui era così. Poi però in partitella andava ai mille allora e non lo vedevi nemmeno”. Difficile persino immaginarlo, figuriamoci i difensori suoi compagni di squadra. Alla Pinetina era quasi sempre futebol e allegria, anche quando l’attaccante sfidava il suo stesso portiere. "Pagliuca vs Ronaldo, come finiva?". Gianluca se la ride. “Immaginati la sessione di tiri classica. Ecco, lui alle volte mi faceva lo scavino oppure il pallonetto. Mi prendeva in giro. Ma anche io l'ho fregato alcune volte!”. Amarcord e nostalgia modalità on. “C’è sempre stato un ottimo rapporto tra noi, gran bei momenti”. In bacheca, una Coppa Uefa. “Esatto, il nostro punto più alto. Ricordo quella sera come se fosse ieri, quando abbiamo festeggiato lungo gli Champs Elysées. Sarebbe potuto arrivare anche qualcosa in più come lo scudetto”. Acqua passata ma che non è ancora andata giù e lo si percepisce dal tono. Poi il clima di festa si fa un po’ cupo. “Il momento più delicato è stato quando è tornato dal Mondiale in Francia. Barcollava. Aveva male alle ginocchia, era quello il suo problema. Non mentale come dicono alcuni. Ronnie soffriva per il dolore fisico alle sue ginocchia. Quell’anno ha giocato poco con noi, proprio per onor di firma perché il dolore lo condizionava". Ma nella testa di Pagliuca e degli interisti restano solo i bei ricordi: dribbling, tunnel, gol impensabili e brividi lungo la schiena. Che solo al pensiero, riemergono oggi. Nel giorno del suo quarantesimo compleanno. "Auguri, Ronnie". A firma di Gianluca Pagliuca.