Che fine ha fatto Robinho? Il re della "pedalada" sta vivendo una seconda giovinezza nell'Atletico Mineiro che si gioca il Brasileirão ed è anche in lizza per la classifica dei cannonieri. Sembrano lontani i tempi in cui Pelezinho faceva impazzire i tifosi del Milan con i suoi dribbling, ma anche per i gol sbagliati:
"Con l’età si guadagna esperienza, fiducia e si impara a trovare le scorciatoie" - si legge nelle pagine di ExtraTime - "Si impara a correre in modo corretto, senza sprecare fiato. Grazie a Dio stiamo vivendo un finale di campionato emozionante. È una grande soddisfazione giocare con Fred e Pratto, due campioni. Non sento rivalità con loro. Prima di tutto punto al titolo, poi agli obiettivi individuali come la classifica cannonieri. E poi c’è Marcelo Oliveira che è un allenatore eccellente e ha portato fiducia alla squadra. Pratto? Giocatore molto intelligente, sa utilizzare la forza fisica. Si è adattato benissimo al calcio brasiliano, diventando idolo della tifoseria dell’Atletico. Ed è una brava persona, pur essendo argentino…".
Rapporto con gli argentini e con Roberto Mancini? "Con gli argentini vado d'accordo, solo che noi brasiliani abbiamo una forte rivalità con loro. Sono stato amico di argentini come CarlitosTevez al Manchester City e Gabriel Heinze al Real Madrid. Problemi con Mancini nel 2010? Neanche. Non sono rimasto lì solo perché non ero titolare. Magari se fossi arrivato in un’altra epoca sarei rimasto più tempo nel club. Migliori allenatori? Bernd Schuster al Real Madrid nel 2007-08 e Vanderlei Luxemburgo, al Santos e al Real. Due tecnici vincenti, che sanno costruire le squadre per vincere, molto bravi tecnicamente e tatticamente. E che sanno effettuare i cambi al momento giusto".
Perché ha scelto l’Atletico Mineiro e non il "suo" Santos? A Robinho non piacciono le "minestre riscaldate": "Il mio ciclo al Santos era finito. L’Atletico mi ha fatto una proposta interessante. È un club grandioso. Così è il calcio. Gabriel Jesus?È già pronto per l’Europa. Cresce a ogni partita, come si è visto pure in nazionale. Sa fare gol. È un giocatore molto esplosivo, rapido, sono qualità importanti nel calcio di oggi". L'ex Milan indica anche i compagni più forti avuti in carriera: "Ronaldo il Fenomeno e Zidane. Ronaldo era un eccellente finalizzatore, un maestro nel dribbling. Zidane era bravissimo tecnicamente".
Non è stato Allegri il motivo della sua "fuga" dai rossoneri: "Siamo amici anche oggi. Abbiamo avuto sempre ottimi rapporti. Abbiamo conquistato insieme lo scudetto 2010-11. Lo rispetto tantissimo e sono molto felice che abbia vinto tanto con la Juventus. Nel 2014 sono andato via dal Milan perché era scaduto il mio contratto e volevo tornare in Brasile. Il Milan rimane la squadra del mio cuore in Italia, ci ho trascorso 4 anni bellissimi. Sono rimasto in contatto con Allegri e Nocerino. È stata una felicità giocare con Thiago Silva, uno dei migliori difensori al mondo, siamo stati campioni insieme. E con Kakà, con cui ho giocato di più in nazionale"
Robinho parla anche di Balotelli e Cassano: "Avevo giocato con Cassano anche al Real. Due caratterini ogni tanto esplosivi. Temperamenti forti, ma giocatori di talento, con cui ho avuto il piacere di giocare e coi quali ho stretto amicizia". In chiusura d'intervista c'è spazio per un accenno alla Seleção: "È sempre l’obiettivo di tutti. Mancava alla Seleção il tocco tattico che ha portato Tite, eccellente c.t., ed è arrivata la risposta con i risultati sul campo. Ma ora sto pensando solo all’Atletico Mineiro e a questo finale di campionato".