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Data: 09/08/2017 -

Atalanta, Ilicic: "Questa società mi è sempre piaciuta: quando è arrivata la chiamata non ho avuto dubbi"

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Addio alla Fiorentina dopo quattro anni e nuova sfida con l’Atalanta per Josip Ilicic, arrivato in Italia nel 2010 per vestire la maglia del Palermo. Lo sloveno prima di iniziare la sua stagione, che lo vedrà impegnato anche in Europa League, competizione disputata già con i viola, si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Il suo passaggio alla Sampdoria sembrava cosa fatta e invece…: “Sulla vicenda del mio trasferimento non voglio tornare troppo, sono cose che possono capitare nel calcio: dico solo che finché non c’è la firma non si è concluso niente. Decisione difficile? In realtà no, quando mi è arrivata la chiamata dall’Atalanta non ci ho pensato neanche un secondo. Conoscevo la piazza, perché Kurtic me ne ha parlato spesso, conoscevo già Gasperini, ero stato anche in città, e ho deciso: vado là, perché oltre a giocare l’Europa League l’Atalanta è una società che mi è sempre piaciuta, per la tifoseria, per lo stadio. Chi è stato il primo a chiamarmi dopo la firma? È stata una cosa un po’ particolare, perché tutti pensavano che sarei andato alla Samp. Quindi quando è uscita la notizia non ci credeva nessuno. Poi però mi sono sentito con Kurtic e piano piano gli altri. E tutti a chiedermi ‘ma davvero?’. Eh sì, davvero”.


Rapporto con Kurtic: “Durante l’anno ci sentivamo spesso, e mi ha parlato molto dell’Atalanta. Della società, dell’organizzazione, del centro sportivo: sono tutti aspetti determinanti un calciatore. Se c’è un ambiente positivo in cui lavorare è tutto più facile”. Gasperini, lo ha già allenato al Palermo: “In realtà, lui arrivò a Palermo a campionato iniziato, dopo tre giornate, ed entrare così in corsa non è facile. Non abbiamo fatto la preparazione con lui, però giocammo molto bene, e io mi sono trovato benissimo. Purtroppo, a Palermo cambiando spesso allenatore era difficile crescere come giocatore. La preparazione? E’ molto diversa a quella cui ero abituato, che era più tecnica. Però preferisco sia così, perché so che servirà quando dovremo giocare ogni tre giorni. Quest’anno c’è l’Europa League: trasferte, viaggi, pochi allenamenti. Serve una preparazione così pesante: meglio soffrire un po’ adesso ma star bene tutto l’anno”.

Fondamentale non incappare in “trappole europee” come successo al Sassuolo: “Se non sei preparato fisicamente e mentalmente, una stagione così è massacrante, perché non tempo di recuperare tra una partita e l’altra. E la rosa deve essere ampia, tutti devono sempre essere pronti”. Ben venga la concorrenza, dunque: “Certo. Nessuno può giocare 45-50 partite. Meglio ci sia qualcuno che deve giocare al tuo posto quando sei stanco piuttosto che avere il pensiero di dover tornare in campo tre giorni dopo una partita che ti ha stremato. È uno dei problemi che abbiamo avuto alla Fiorentina, non avere ricambi”.

In viola c’era un calcio un po’ diverso da quello dell’Atalanta: “Sì, più di possesso. Ma ciò non significa che io non sappia giocare anche in un altro modo. Anzi, qui penso di poter segnare di più, perché rubi palla e attacchi la porta. Con la Fiorentina c’erano partite che non riuscivo mai a tirare...”. Il gol in amichevole al Borussia ne è la dimostrazione: “Esatto. Se pressi di squadra anche il Barcellona sbaglia”.

I segreti dell’Atalanta di Gasperini: “Io so che a giocarci contro non mi divertivo: sempre uno addosso, appena stoppi la palla arriva l’anticipo o il fallo... Difficilissimo giocare così. Loro andavano troppo forte rispetto a noi, in più hanno aggiunto qualità. E arrivare quarti è un risultato pazzesco: io ci sono riuscito con la Fiorentina e so quanto bisogna soffrire. Devi tenere sempre un livello superiore, vincere sempre con chi ti sta dietro. Ora ne faccio parte anch’io, e su questo tipo di gioco bisogna prepararsi molto”. Infine sulla sua Slovenia, ora seconda nel gruppo F a caccia della qualificazione ai Mondiali: “Sfide decisive saranno quella con la Slovacchia seconda a settembre e con la Scozia a ottobre. Gli slovacchi li abbiamo battuti a casa nostra con una grande partita e soffrendo un po’ perché hanno una grande nazionale. Se giochiamo da squadra come sappiamo, possiamo farcela. Giocare un Mondiale o un Europeo mi manca. È un’esperienza che vorrei fare. Poi potrei dire di aver fatto tutto quello che volevo con la nazionale”.



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