Sarebbe dovuto andare alla Sampdoria, ma poi ha scelto l’Atalanta. Josip Ilicic in estate ha lasciato Firenze dopo quattro stagioni per trasferirsi a Bergamo: “Non ero abituato alla preparazione di Gasperini, è stata tremenda. Oggi però raccolgo i frutti della fatica: le mie gambe vanno a mille”. Un po' come l' Atalanta in Europa: “Quando ho visto il girone, ho avvisato i compagni più giovani: ‘Per passare dobbiamo partire a razzo’. Beh, mi hanno ascoltato. Ora dobbiamo chiudere il discorso con l' Everton”- racconta in esclusiva alla Gazzetta dello Sport.
Non ha buoni rapporti con i social Josip, costretto a bloccare molti profili: “Mi continuavano a scrivere per il fantacalcio. Ma cos’è? Non lo sopporto”. In campionato le cose vanno un po' meno bene: “Soffriamo le squadre che si chiudono. E poi non sappiamo amministrare quando siamo in vantaggio. Vogliamo vincere 3 o 4-0 e finiamo per prendere gol in contropiede, come è successo con la Spal o la Samp”.
C' è chi pensa che dopo l' exploit della scorsa stagione, l' Atalanta non possa tornare in Europa: “Sbagliato. Abbiamo le qualità per giocarcela con tutti. A cominciare dall' Inter domenica prossima. Il merito per la loro stagione è tutto di Spalletti. I giocatori sono più o meno quelli della scorsa stagione, ma i risultati no. Con la Fiorentina incontrammo l' Inter di Mancini quando era prima in classifica, ma non mi dava l' impressione di avere la giusta mentalità e infatti vincemmo 4-1 a San Siro e poi i nerazzurri crollarono. Quest' anno invece mi sembrano più solidi. Più squadra, ecco”.
Il suo arrivo a Bergamo ha costretto Kurtic a giocare meno: “Jasmin è un mio caro amico e un gran giocatore, ma le scelte le fa l' allenatore. Chiaro, se mi avessero detto che venendo qui avrei tolto il posto a lui, non avrei accettato”.
A 29 anni Ilicic ha anche qualche rimpianto: “Sono arrivato in Italia tardi. Giocavo al Maribor, ma il campionato sloveno non è la stessa cosa. E quando mi sono trovato a Palermo, avevo la testa per aria. Non ero preparato alla A”. Però il suo sinistro era già piuttosto educato... "In Slovenia cresciamo per strada, per questo dal punto di vista tecnico siamo forti in tutti gli sport. Io da ragazzino uscivo di casa e andavo al parco giochi. Una volta giocavo a calcio, un' altra a basket, un' altra a tennis. Sono diventato forte in tutto: se mi vedesse a pallacanestro, se ne accorgerebbe".
Il resto dell’intervista potrete trovare sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport