Sliding doors in casa Atalanta. L’arrivo di Gollini e la partenza di Sportiello hanno movimentato questi giorni di mercato per i nerazzurri che, adesso, si concentrano sulla prossima sfida di campionato che li vedrà opposti alla Lazio. Concentrato sul match con i biancocelesti è Erit Berisha, convinto che l’Atalanta sia un gradino più sù rispetto alla formazione di Inzaghi.
“Io ci credo. E in questo momento sono convinto che siamo più forti della Lazio. Conta la voglia di vincere, e quella non ci manca di certo” commenta Berisha ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Della mia esperienza alla Lazio posso dire che mi ha fatto crescere anche come uomo. Nel secondo e nel terzo anno pensavo di giocare di più, almeno come nel primo. Un portiere deve avere continuità per crescere. Tornare lì? Non so, non posso dirlo, non dipende solo da me e ora non voglio sprecare energie pensando al futuro. Vedremo a fine stagione con le società”.
Il Milan ha appena preso Storari, scegliendolo per fare da secondo a Donnarumma, più giovane di lui di ben 23 anni: “Credo che da Storari sia arrivato un segnale importante: ha accettato di fare il secondo a Donnarumma e si è rimesso in discussione dimostrando che l’età non conta. Se il fisico regge e c’è ancora la voglia di divertirsi credo che arriverò anche io a 40 anni”. Sulla parata più bella, Berisha non ha dubbi: “Contro il Napoli, sul tiro al volo di Milik e a Cagliari quando ho mandato sul palo una deviazione di Sau. Non ho rimpianti penso di aver fatto il mio meglio e posso migliorare ancora. Anzi sì, un rimpianto ce l’avrei: da quando sono arrivato in Italia, ho smesso di calciare i rigori. In Svezia con il Kalmar ne ho segnati 4. Mi piacerebbe farlo anche in Italia, la cosa non mi spaventa. Nanne Bergstrand, il mio allenatore al Kalmar, aveva apprezzato come calciavo in allenamento e mi aveva chiesto se me la sentivo, se necessario, di tirare i rigori. E poi un portiere ha un vantaggio rispetto agli altri: sa come reagisce e cosa passa per la testa di chi sta dall’altra parte”.
Una vita trascorsa parando, con un modello da cui imparare: “Mi ispiro a Van der Sar: alto riflessivo, veloce, bravo con i piedi. Mi assomigliava dal punto di vista fisico. Tra gli italiani, ho solo l’imbarazzo della scelta: da Handanovic al povero Perin”. E pensare che Berisha in porta ci è andato per caso: “A 8 anni giocavo ala sinistra nel 2 Korriku, poi un giorno il portiere ha saltato l’allenamento e al suo posto sono stato messo io. Da quel momento non mi sono più spostato”.
Il 24 marzo l’Albania sfiderà l’Italia, ma Berisha non ci sarà per squalifica: “Ho una rabbia addosso che non immaginate, aspettavo quel momento da quando è uscito il calendario delle qualificazioni europee. Zahavi l’ho soltanto sfiorato, lui ha fatto una scena indecorosa. E comunque la prossima volta ci penserò su due volte prima di reagire. Quell’espulsione mi ha fatto conoscere una cosa del regolamento che non conoscevo: se fai fallo in area, è rigore anche con il pallone lontano. Il Mondiale in Russia? Abbiamo poche possibilità”.