Dalla Lazio all'Atalanta con cui sta disputando una stagione ai limiti dell'incredibile. E' Etrit Berisha, portiere albanese della Dea, che sogna in grande in neroazzurro. Vola la sua Atalanta verso l'Europa, vola da solo lo stesso Berisha, vista la sua singolare passione, raccontata in un'intervista rilasciata alla "Gazzetta dello Sport", nella quale ha ripercorso tutta la sua carriera: "Nel tempo libero sto imparando a pilotare i piccoli aerei. Mi aiuta un amico di Roma, non ho ancora il brevetto, ma vorrei prenderlo e un giorno lo farò. Saliamo su un piccolo aereo a quattro posto e facciamo anche qualche manovra acrobatica. Mi emoziona star lassù, vedere l'infinito. Ti senti libero". Prima di aprile le ali, però, Berisha ha dovuto affrontare la guerra, vissuta in prima persone da bambino assieme alla madre, con il padre lontano: "Ogni giorno arrivavano notizie diverse: è morto, sta bene, è guerra. Un periodo tremendo. Poi un giorno ci raggiunse in Macedonia. Superata la guerra la famiglia Berisha ha potuto fare ritorno in Albania da dove è cominciata la sua carriera calcistica: "Amavo il pallone, giocavo da centrocampista di sinistra. Un giorno il portiere si fece male, l'allenatore schierò me in porta e non sono più uscito: avevo dieci anni". Poi Kosovo, Svezia e infine l'arrivo a Roma, sulla sponda biancoceleste del Tevere: "Sono soddisfatto per quello che ho fatto alla Lazio. Avrei reso ancora meglio se avessi ricevuto più fiducia. L’estate scorsa ho dovuto cambiare per forza: avevo bisogno di giocare da titolare". Infine è arrivato il trasferimento all'Atalanta: "Ho parlato con il direttore Sartori e con Gasperini, che mi hanno dato fiducia. Le loro parole sono state importanti. Sapevo che l’Atalanta ha solide tradizioni in Serie A. Quindi mi sembrava la scelta giusta. Gasperini mi ha detto che avrebbe giocato chi lo meritava di più: questo mi bastava. Sportiello a inizio campionato ha fatto qualche errore, ma è molto bravo e poi tutti sbagliano. Io ho sfruttato l’occasione conquistando Gasperini con il lavoro quotidiano e le prestazioni in campionato, ma la concorrenza non mi spaventa. Abbiamo fame, desideriamo essere protagonisti in Serie A. Restano otto partite per raggiungere l’obiettivo: abbiamo le qualità per centrarlo, dipende solo da noi. Stiamo facendo la storia della società, ma i record non bastano, vogliamo l’Europa League. Non siamo ancora soddisfatti". La forza dell'Atalanta è nel gruppo, come testimonia l'unione dello spogliatoio dopo il pesantissimo ko di San Siro con l'Inter: "Ci siamo incoraggiati a vicenda nella chat di squadra su WhatsApp. E poi quella partita è stata un insegnamento prezioso: dobbiamo sempre stare attenti. Forse ci era sembrato più facile giocare a San Siro contro l’Inter che al San Paolo dove battemmo 20 il Napoli facendo una grande partita". E in chiave futuro c'è incertezza, visto che Berisha è in prestito dalla Lazio, ma il desiderio è quello di legarsi ancora all'Atalanta: "Ne parleremo più avanti. Mi piacerebbe tanto". Anche se poi Berisha coltiva pure un altro sogno...: "G i o c a r e l a Champions: finora mi sono fermato ai preliminari. E meritarmi la porta di un grande club, in Italia o all’estero". E la chiusura è su un altro giovane portiere albanese, in forza proprio alla "sua" Lazio: "Strakosha è bravo, sta facendo bene alla Lazio. Lui è il futuro della nostra Nazionale. Abbiamo un bellissimo rapporto, molte cose in comune".
Data: 07/04/2017 -