"Perchè non accettavo di rilasciare interviste? Non volevo visibilità dopo un solo gol. È una questione di rispetto nei confronti dei miei compagni di reparto". Testa (ed attacco nerazzurro) sulle spalle, voglia di emergere sempre più e posto da titolare conquistato: Andrea Petagna è il nuovo volto dell'Atalanta di Gasperini, rilanciatasi anche grazie al suo attaccante dopo un avvio di stagione complicato: cresciuto nelle giovanili del Milan e capace di ricavarsi un piccolo spazio anche in prima squadra, l'attaccante di Trieste è pronto ora ad affrontare l'Inter, in quello che figurerà come un piccolo derby personale.
"Sono sempre stato abituato alla concorrenza. Quando ero al Milan avevo davanti Ibra, il mio giocatore preferito, Balotelli e Pato. E ho cercato di carpire i segreti di questi campioni. L'Inter? Ai nerazzurri ho segnato in tutte le categorie giovanili. Manca il gol con la prima squadra. Speriamo in domenica. Non credo sia un vantaggio incontrarli ora: l’Inter rimane una squadra tosta. Non esiste un momento migliore di altri per affrontarla".
Proprio sull'addio al Milan, poi, Petagna ha voluto soffermarsi, tornando anche sulla trafila nel settore giovanile (al quale è approdato a soli 13 anni) ed arrivo in prima squadra: "L’organizzazione del settore giovanile del Milan è formidabile. Ti fanno sentire a casa. E non ho rimpianti, mi trovo bene a Bergamo. L’ambiente è fantastico, il gruppo coeso e abbiamo strutture di primo livello. Il club mi ha voluto fortemente, per me è contato molto".
Con Gasperini, nuova vita e nuovi insegnamenti: "E' l'allenatore che mi ha dato di più. Mi sta insegnando fondamentali che nelle giovanili nessuno mi ha mai spiegato. Come il modo giusto di stoppare la palla in area. E ringrazio Allegri che mi ha aggregato alla prima squadra del Milan. Sapevo che la B fosse parte del percorso di crescita. In B mi sono confrontato con il calcio dei “grandi”, con avversari che avevano le mie capacità fisiche: a Vicenza e Latina avevo giocato poco. Poi nessuno mi voleva, anche a causa dell’ingaggio corposo. Si è fatto avanti l’Ascoli che era in LegaPro. Il Milan non voleva mandarmi in quella categoria. Per fortuna poi i marchigiani sono stati ripescati".
Spazio infine alle curiosità sul personaggio-Petagna, tra segreti e hobby: "Sui parastinchi ho il simbolo di Batman. Amo la trilogia del Cavaliere Oscuro e perché sono affascinato dal fatto che sia l’unico supereroe senza poteri, ma apprezzo anche attori e film come Robert De Niro o "Scarface" e "Quei bravi ragazzi". Tatuaggi? Non ho idea di quanti ne abbia. Ho ricoperto tutto il braccio destro e tutta la coscia sinistra dove ho impresso la mia famiglia. Il primo tattoo è stato un aeroplano per una canzone dei Club Dogo, miei artisti prefeiti insieme a Guè Pequeno. E pratico boxe: ogni estate mi alleno con un ex pugile, Franco Terlizzi, e faccio piscina e tennis".