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Data: 04/04/2022 -

"Il più grande dirigente del calcio italiano": ricordi e testimonianze su Artemio Franchi

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Tutti i ricordi di ex giocatori e dirigenti del calcio italiano su Artemio Franchi al centenario della sua nascita. Dal Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, Firenze
Tutti i ricordi di ex giocatori e dirigenti del calcio italiano su Artemio Franchi al centenario della sua nascita. Dal Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, Firenze

Al Salone dei Cinquecento a Firenze si chiude la tre giorni di celebrazione del centenario della nascita di Artemio Franchi, storico dirigente italiano (ex presidente tra le altre di Figc e Uefa). Di seguito, tutti gli interventi degli ospiti presenti a Palazzo Vecchio, dal sindaco di Firenze Nardella al presidente della Figc Gravina, da Tavecchio fino a Carraro, Ghirelli, Collina, Ulivieri e anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino.  

 

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Gianni Infantino, presidente FIFA

"Siamo qui per celebrare il più grande dirigente del calcio italiano. Leggendo alcuni racconti, ho scoperto che è diventato presidente della Figc dopo la sconfitta dell'Italia contro la Corea ai Mondiali del '66. Due anni dopo poi l'Italia vinse gli Europei, ed erano decenni che non vinceva niente. Vi racconto questa: l'8 dicembre scorso abbiamo voluto dare un tributo a Paolo Rossi, a un anno dalla sua morte. Sono venuti grandi campioni, e anche Abraham Klein. Era l'arbitro che diresse Italia-Brasile a Barcellona nell'82. Mi raccontò che prima dei Mondiali dell'82 Klein aveva capito, essendo israeliano, che non ce l'avrebbe fatta a essere nominato nel gruppo arbitrale. Franchi gli disse: 'Stai tranquillo, abbi fede'. Si voleva ritirare, ma Franchi lo convinse a rimanere arbitro e ad aver fiducia. Il giorno delle nomine, prima del Mondiale, questo arbitro aspettò la telefonata che effettivamente arrivò: fu nominato con un voto a favore. Franchi era presidente commissione arbitri e il suo voto è stato decisivo. Queste sono grandi emozioni e valori che il calcio dà ai ragazzi e ai giovani. Noi dirigenti dobbiamo proteggere questo. Essere leader significa ascoltare e prendere delle decisioni: agire, ascoltare con diplomazia e portare lo sport a unire e mettere insieme le persone. Questo è il nostro ruolo, non sedersi su delle poltrone. Ed è per questo che oggi, cento anni dopo la nascita di Artemio Franchi siamo ancora qui a parlare di lui e di quello che ha dato al calcio, che non è stato solo essere stato presidente, ma soprattutto aver difeso i valori dello sport, credendo nelle proprie idee fino a convincere tutti. Noi siamo qui per questo".

Ghirelli, presidente Lega Pro

"Artemio Franchi ha vissuto in anticipo i processi che si sarebbero poi verificati nel mondo. Se noi avremo questa visione, allora la lezione di Palermo ci consentirà di costruire il futuro. Questa è la lezione che continua a darci". 

Roberto Mancini (in video)

"Purtroppo ero molto giovane e non l'ho potuto conoscere bene, ma un ricordo di Franchi ce l'ho: mi ricordo che era rispettato non solo in Italia, ma in tutto il mondo: questo basta per capire l'importanza della sua figura".  

Matteo Marani, presidente Fondazione Museo del Calcio

"Il calcio italiano dal '66 (dopo l'eliminazione dai Mondiali contro la Corea del Nord, ndr) riuscì a ripartire perché era rimasto unito e insieme. Franchi guidava la Federazione ma conosceva i club, perché era stato presidente della Fiorentina ed era stato già in Lega a Milano. Coinvolse i club e questo permise di far ripartire il movimento. Questa credo sia la cosa più importante che ci ha lasciato. Noi oggi non siamo più un Paese leader nel calcio: l'importante ora è guardare avanti con unità. Così si potrà rinascere". 

Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport

"La storia di Franchi è un patrimonio per lo sport nazionale, perché ha lasciato un ricordo vivo in chi lo ha conosciuto. Questa giornata conferma il fatto che Artemio Franchi, nonostante l'incidente che gli ha causato la morte, non ci abbia mai lasciato. Il suo insegnamento ci resta: uomo dalle idee innovative, dalla visione strategica, rimasto fedele ai suoi valori e alla sua famiglia. Ha amato lo sport e il calcio: è stato riferimento per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di interagire con lui. Ha sempre avuto attenzione per i giovani, ha curato i campionati, soprattutto quelli legati al territorio: lo dimostra la sua fondazione della Serie C. Le istituzioni presenti oggi in questo bellissimo scenario sono la dimostrazione del fatto che Artemio Franchi abbia lasciato un segno indelebile nella storia del nostro calcio e del nostro Paese". 

Pierluigi Collina, presidente commissione arbitri Fifa

"È un onore per me celebrare in questo luogo Artemio Franchi, personaggio di sport a livello mondiale. Uno dei ruoli che ha ricoperto è stato quello che io oggi faccio alla Fifa. Io non l'ho conosciuto, ma questa mattina ho letto una frase su di lui mi è piaciuta molto: ossia quella relativa alla sua capacità di essere stato in grado di anticipare i tempi. Questa è una caratteristica fondamentale per tutti e la sento mia per quello che ho fatto da arbitro e per quello che ho fatto oggi. Sapere prima quello che potrà accadere è la maniera migliore di mettersi nelle condizioni di prendere una decisione corretta".  

Franco Carraro, ex presidente Figc e Milan (in video)

"Ho conosciuto Franchi alle Olimpiadi del '64. Nell'agosto del '67 diventò presidente della Figc. Un mese prima, a seguito della morte di mio padre, ero diventato presidente del Milan. Nella partita tra Fiorentina e Milan, Trofeo Luigi Carraro, del '67 mia madre era presente allo stadio ma non sapeva le regole, mi chiese: 'Dove deve andare la palla perché il Milan vinca?', Franchi le rispose: 'Dove sta entrando adesso, signora'". Poi aggiunge: "La FIGC ha 124 anni. Credo che non si faccia un torto a nessuno se dice che Artemio sia stato il più grande dirigente del calcio italiano". 

Giancarlo Antognoni, ex giocatore di Fiorentina e Nazionale

"Il ricordo di Franchi è sempre vivo. Artemio l'ho conosciuto in varie circostanze. Ci vedevamo saltuariamente, sapevo anche che era tifoso della Fiorentina e quando ci trovavamo mi incoraggiava sempre. Credo poi che Franchi abbia plasmato un po' tutti i dirigenti di oggi, grazie al suo modo di agire e di pensare". 

Ulivieri, presidente AIAC

"Artemio Franchi ci ha insegnato l'arte della politica. Questa è una cosa importantissima, non sono nel calcio ma anche nella vita". 

Gravina, presidente FIGC (collegato in video) 

“Artemio Franchi è ancora oggi un punto di riferimento per la nostra federazione e per l'intero movimento calcistico nazionale e internazionale. Ha ridato una dimensione globale al calcio italiano, risollevandolo dalla delusione del Mondiale inglese e conducendolo fino alla vittoria dell'Europeo. Già questo basterebbe per apprezzarne il profilo di grandissimo spessore ed esaltarne l'operato. Ma va sottolineata la sua conoscenza: ha fatto l'arbitro e poi dirigente di club e di lega, prima di diventare presidente della Figc, della Uefa e vicepresidente della Fifa”.

Vincenzo Matarrese, ex presidente Bari

"La mia storia parte da Artemio Franchi. Lui ha aperto la strada nel mio ingresso nel calcio italiano. Il 10 marzo dell'82, nell'assemblea della Lega Professionsti a Milano, lo volevamo eleggere ma ci fu detto che lui non avrebbe mai accettato questo ruolo. Per quello, la Lega di Milano si indirizzò verso di me, che ero un giovane presidente che non avrebbe dato fastidio. Così fui eletto presidente. Un altro episodio fu alla fine dei Mondiali in Spagna: 'Guarda Matarrese, ora rischi di diventare Campione del Mondo'. Mi fece effetto questa frase. Artemio è morto troppo presto. Avrebbe potuto insegnare molte altre cose. Noi siamo stati suoi allievi e gli dobbiamo dire solo grazie". Poi aggiunge: "Cercai di portare la sede della Nazionale da Coverciano a Roma, ma avrei fatto un torto a Firenze".

Dario Nardella, sindaco di Firenze

"Il nuovo 'Artemio Franchi' si candiderà come nuova casa della Nazionale" (clicca qui per leggere le dichiarazioni complete). 

Carlo Tavecchio, ex presidente Figc

"Per ricordare Franchi bisogna che mi ricolleghi all'assemblea di Milano di tanti anni fa, era il '76. Partecipai per la prima volta. C'erano più di mille persone. Ma ricordo il suo discorso: voleva dare dignità al volontariato, agli enti territoriali e locali. Questo è il principio che io ho colto quel giorno. Purtroppo non abbiamo risolto questo problema, va ripreso e trattato". 

 

Tags: Serie A



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