La sabbia nella clessidra è ormai agli sgoccioli, i tifosi non sono più nella pelle: manca solo un giorno a Liverpool-Roma, gara d’andata della semifinale di Champions League. In pochi, a inizio stagione, avrebbero pensato ad una partita del genere, che vedrà affrontarsi le due belle sorprese del torneo. E se, da un lato, negli scorsi giorni Riise ha dichiarato si essersi trovato così spiazzato da non sapere chi tifare, dall’altra parte c’è chi, nonostante gli anni trascorsi tra la Capitale e Liverpool, ha le idee ben chiare su chi vorrebbe vedere in finale a Kiev. Alberto Aquilani ha il cuore giallorosso. Lui che, nell’estate del 2009, se ne andò in Premier per 25 milioni di euro, una cifra grossa considerando i tempi.“Arrivai con un problema alla caviglia, ma Benitez mi protesse sempre e alla fine disputai una buona stagione - ha raccontato il centrocampista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -. Segnai anche in semifinale di Europa League, ma alla fine la spuntò l’Atletico. Col senno di poi, sarei dovuto restare più a lungo in Premier”. In verità, Aquilani non aveva mai preso in considerazione, prima di quell’estate, l’ipotesi di andare via da Roma: “Mi vedevo come Totti e De Rossi, anche perché società anche più blasonate del Liverpool mi avevano cercato ed erano state respinte. Poi c’era necessità di vendere e ne ho preso atto. Francesco? Ho avuto due capitani come lui e Gerrard, due persone straordinarie. Mentre Steven era un vero uomo spogliatoio, Totti, con la sua tecnica, diventava imprescindibile anche sul campo. Certo, giocando nello stesso ruolo, Gerrard per me è stato un vero esempio”. Oggi, Gerrard e Totti non giocano più, ma la Roma e il Liverpool sono in semifinale di Champions: “Come la vedo? I giallorossi sono favoriti, perché sono più equilibrati. Spesso, però, si sottovaluta la fase difensiva di Klopp, molto organizzata, per il semplice fatto che quella offensiva risalta più all’occhio. Domani invece si sfideranno due grandi tecnici. Di Francesco prepara le partite in modo maniacale, lo so perché mi ha allenato al Sassuolo ed è un perfezionista. Onestamente, mai mi sarei aspettato un cambio di modulo proprio contro il Barcellona, prima difficilmente accettava di cambiare. E invece…”. Passare il turno vorrebbe dire avere il 50% di possibilità di laurearsi campione d’Europa. “Una volta arrivati lì, tutto può succedere. Ed è per questo che cercherò di esserci”
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