"Chiunque mi prende fa un affare" disse Aquilani la scorsa estate. In effetti quello fatto dallo Sporting Club de Portugal è stato un ottimo acquisto visto il rendimento di Alberto, che tuttavia potrebbe valutare altre offerte già da gennaio. Ma che tipo di campionato è quello portoghese? Domanda che La Gazzetta dello sport ha posto allo stesso Aquilani: "Non c’è niente di diverso rispetto agli altri grandi campionati. Solo una differenza, che questo è meno pubblicizzato e molto da scoprire. Eppure ci sono grandi club, giocatori di talento e ragazzi di prospettiva: quando giochiamo contro la nostra squadra giovanile resto impressionato dalla quantità di calciatori potenzialmente fortissimi. Da qui sono partiti Figo, Cristiano Ronaldo, Nani. Lo Sporting non era primo da anni: organizzazione e passione sono le stesse dell’Italia. Jorge Jesus, il nostro allenatore, è un insieme di Mourinho e Capello. Siamo primi in classifica e in corsa in Europa League e coppa nazionale: puntiamo a vincere tutte e tre, qui non si sceglie".
La scelta di questa estate, a detta di Aquilani, si è rivelata vincente: "Perché, anche se all’inizio non credevo fosse così, mi avevano detto che avrei giocato in una grande squadra e che avremmo lottato per il titolo: ora dico che avevano ragione. E poi anche per una scelta di vita, per me e ancora di più per le mie figlie: Diamante è ancora piccola, ma Aurora va a scuola e sta imparando nuove lingue e una nuova cultura. Lisbona è bella, a Capodanno abbiamo pranzato all’aperto: ho detto tutto. Viviamo nel quartiere Expo, la zona più moderna della città: mia moglie ha scelto di dedicarsi completamente a me e alla famiglia, lasciando perdere tutta una serie di proposte lavorative, e io ho apprezzato moltissimo. Poi vorrà riprendere la sua carriera e credo abbia tutte le credenziali per farlo
Roma-Milan, un match tra squadra che il centrocampista zzurro conosce bene: "Spero sia una bella partita, sono due squadre importanti e i grandi giocatori non mancano. La Roma ha grandi pressione e un pubblico esigente. A inizio anno l’avrei messa, per il valore della rosa, come assoluta favorita per lo scudetto. L’ambiente è particolare, si esalta e si deprime, e tu calciatore lo avverti. Dovresti isolarti, ma è più facile a dirsi che a farsi. I giocatori li hanno, hanno Totti e De Rossi che da tifosi e romani sentono ancora di più la situazione ma hanno anche lo spessore per trascinare i compagni. Milan? Quello ho vissuto io era un altro: giocavo con grandissimi campioni, come ti giravi ti giravi trovavi un fuoriclasse. Da qui è difficile giudicare, vedo che lo stanno facendo in molti e non vorrei mettermici pure io…Certo deve stare in posizioni migliori, che competono alla sua storia".
Su Bertolacci: "E’ stato pagato tanto e io ne so qualcosa, 20 milioni sono la stessa cifra di quando passai al Liverpool. Se sei costato tanto la gente si aspetta cose grandiose e invece è solo un’etichetta che ti porti dietro e che pesa. Ha qualità, appena la squadra girerà farà benissimo pure lui". Fiorentina, altra ex importante nella carriera di Aquilani: "Qui tutti mi chiedono, lo staff o chi incontro: "Hai visto Paulo Sousa?". La scuola di allenatori portoghesi è davvero competitiva, tatticamente preparatissima. Sousa sta facendo grandi cose, è stato intelligente nel proseguire il lavoro di Montella e bravissimo ad aggiungerci altro del suo".
Futuro? Già a gennaio potrebbe accadere qualcosa: "Qui sto bene, anzi benissimo. Sento l’apprezzamento di tutti, gioco per il titolo. Però il mercato di gennaio è anche molto particolare, dinamico, veloce, imprevedibile. Possono aprirsi scenari inimmaginabili. El Shaarawy? Vicende molto simili, vero. Anche a me mancava una presenza per essere riscattato e invece mi infortunai e dopo, per mesi, giocai con il contagocce. Ma Galliani fu onesto per tempo e forse questa è la differenza: mi disse che la situazione economica non era poi così brillante e che non avevano intenzione di acquistarmi. Europeo? Se Conte vuole un usato sicuro sa che io ci sono. Ho segnato tre gol nelle ultime sei gare, cinque in tutto. Gioco e sto bene. So che questo campionato è più difficile da seguire ma posso assicurarlo: io ci sono".