La via dei grassi e delle proteine
Spiega
Tozzi: “Gli
alimenti acidi (soprattutto la pasta, magari ancor più acidificata
dalla classica passata di pomodoro)e gli zuccheri indeboliscono i
muscoli, riducono e alterando i processi di ossigenazione. Non solo,
cibi acidi e con glutine (in particole nei soggetti
intolleranti/sensibili al glutine e non solo) possono rilasciare una
proteina (la Zonulina) che rompe le “giunzioni serrate” nel
rivestimento intestinale, creando un intestino permeabile: favorendo
l’insorgere di affaticamento cronico e bloccando il passaggio dei
nutrimenti buoni ai muscoli. Aumentando quindi la possibilità di
infortunarsi”.
(Per una visione più ampia dell’alimentazione nel calciatore leggi
qui). Ma allora - per esempio - la classica ‘crostata con la
marmellata’ prima della partita può inficiare sulla prestazione?
“Certo.
Anzitutto è una sostanza acida e con glutine (proprio come la
pasta), e quindi interferisce sul valore di ossigeno nel corpo e
aumenta la probabilità di debolezza. Aumentare il grado di
assunzione di zucchero vuol dire che nella prestazione il corpo umano
comincia ad utilizzarli come carburante preferito a discapito dei
grassi. Ma il glicogeno intramuscolare, cioè la quantità di
zucchero che puoi immagazzinare nel fegato e nei muscoli, ben che
vada non dura più di un’ora. Motivo per cui la maggior parte delle
squadre cala dopo il 60’’ del secondo tempo. Col passare dei
minuti il corpo dovrebbe andare avanti utilizzando grassi e proteine,
ma siccome durante l’anno l’atleta ha mangiato prevalentemente
zucchero e cibi acidi l'
organismo si ritrova ad non essere efficiente nel bruciare i grassi
”.
Ma quindi prima della partita cosa si dovrebbe mangiare? “Il
vero spuntino pre gara sarebbe niente. Ovvero non fare mangiare i
giocatori”.
Perché? “Per
il semplice fatto che la partita a digiuno ha una maggiore
concentrazione, adrenalina e una maggiore prestazione. Ovviamente
l’atleta deve bere. Se proprio non si riesce a farli stare a
digiuno, allora si può fare uno spuntino con della uova, frutta e
frutta secca, con una spremuta di arancia naturale. Invece, due ore
prima della partita, tendenzialmente si mangia pasta al pomodoro,
crostata, pollo e così via. Infatti è comune pensare, ‘siccome
l’atleta ha bisogno di zuccheri, lo riempiamo di carboidrati così
corre di più’. In realtà è nulla di tutto questo. Quando si
mangia prima della partita c’è un tempo di digestione che può
andare dalle due alle quattro ore. E quindi quando il calciatore
scende in campo ancora sta digerendo. E se sta digerendo, parte del
sangue sta nell’intestino al posto che nei muscoli. E’ facile
capire le negative conseguenze di questo meccanismo. Se è provato
che il corpo umano ha bisogno di un certo equilibrio acido base, la
pasta, la carne sono acide, e quindi l’atleta che mangia queste
cose prima della gara avrà una prestazione inferiore alle
aspettative. E di tanto anche. Si dice sempre: ‘Bisogna mangiare i
carboidrati in modo da riempire il serbatoio di glicogeno’. Bene,
più mangi carboidrati più aumenta il peso perché il carboidrato ha
bisogno di essere convertito in glucosio, e una molecola di glucosio
per entrare nel muscolo ha bisogno di tre parti di H20. In questo
modo il muscolo si riempie di acqua, e quindi diventa più pesante.
Quindi non è vero che mangiare più carboidrati fa diventare più
veloce e aumenta la resistenza. E nel campionato di Serie A purtroppo
ci sono sempre più infortuni nei primi minuti di gioco, basti
pensare alla recente partita del Cagliari contro la Sampdoria con quattro
infortuni nel primo tempo, ma di casi ce ne sarebbero
molti”.
Continua
Tozzi: “E
vero che noi abbiamo bisogno di caricare il glicogeno, ma per quanto
sia carico non è abbastanza per una partita di calcio, perché dopo
massimo 60 minuti tale scorta si esaurisce.
E
infatti i cali fisici sono sempre dopo il 60’. Lo dicono i numeri.
Il problema è che se si fa mangiare al calciatore tutto l’anno
pasta, pane, crostate farine, cibi acidi, ii suo corpo si setta e
ottimizza sul consumo di soli carboidrati. E quando tali zuccheri
finiscono in partita, siccome il fisico non ha mai lavorato col
metabolismo di
grassi-proteine, allora il corpo non risulta efficiente. E cala. Si
affatica. Subisce crampi. Se finisci il glicogeno, il corpo fa una
miscela grassi proteine, ma se durante l’allenamento non l’ha mai
fatto (perchè mangia sempre pasta) il fisico va in tilt. Quindi
in settimana dovresti abituarti a utilizzare la miscele grassi
proteine, e secondo gli studi ci vogliono almeno 5 settimane di
settaggio. Si comincia dalla tavola e si arriva all’integrazione.
Il problema non è la prima ora di gara, perché comunque i
carboidrati sufficienti li hai, ma poi si cala indipendentemente
dalle scorte di glicogeno. Quindi rifornire continuamente il corpo di
‘carbo’ è una cosa insensata, ma purtroppo è l’errore che
commettono la maggior parte. La frutta la devono mangiare, certo,
perché gli zuccheri vanno assimilati, ma è la pasta e il pane,
oppure le crostate, che sono alimenti inutili ai fini dell’incremento
e della costanza nelle prestazioni. L’energia fornita dai grassi,
tra l’altro, è più forte di quella generata dagli zuccheri. 1
gramo di grassi sta a 9 calorie, mentre 1 grammo di carboidrati ne dà
4. I grassi danno anche più moli di ATP, ovvero le nostre batterie
per compiere ogni azione quotidiana. Figurarsi in un
calciatore”.
“Quando
si fa una colazione all’italiana, in particolare prima delle
partite, ci si alza la mattina e mangia latte-caffé-fette
con marmellata e crostate, facendo scattare nella persona un
meccanismo che si chiama ipoglicemia reattiva: mangio
i vari carboidrati e mi si alza la glicemia, in modo che sono più
resistente e forte, ma non è vero in termini di resa. Perché se io
mangio tanti zuccheri, l’insulina automaticamente interviene in
risposta a causa di una glicemia aumentata in maniera troppo
repentina. Quindi succede che intervenendo a cannone, l’insulina fa
calare velocemente anche la glicemia perché questa non deve superare
i 110. In realtà li supera, arrivando anche
a 180, così l’insulina interviene per far entrare lo zucchero nei
muscoli e abbassare la glicemia. Il problema, però, è che
l’intervento così forte dell’insulina per tutti questi zuccheri
abbassa il livello di glicemia a soglie minori di prima e addirittura
inferiori a quelle pre-colazione.
Praticamente, farà strano leggerlo, ma fare la colazione ti peggiora
la prestazione. Ovviamente se riferito al tipo di colazione
principalmente in voga. Perché una cosa è consumare 40-50 grammi di
zucchero tra cornetti-biscotti. Un’altra è mangiare una mela o
un’arancia che ne hanno sui 10, più uova e frutta secca.
L’insulina in questo modo non interviene così prepotentemente e fa
sfruttare al massimo i giusti zuccheri ingeriti. Insomma, se c’è
la partita alle 12: o non si mangia niente, o si mangia un frutto,
mandorle noci e due uova intere. Poi un’ora prima della partita una
mela o un’arancia, per esempio. In modo da avere la giusta ricarica
ed efficiente scorte di zuccheri. Mangiando ovviamente tutta la
settimana in maniera corretta: ovvero prediligendo i pochi zuccheri
buoni di frutta e verdura, mangiando proteine e grassi, e creando un
equilibrio acido-base”.