La famiglia e il nonno Antonio
"Per me la mia famiglia è stata fondamentale. Il calcio
anche a livello giovanile ti porta tante gioie e anche delusioni. Quando sei
più piccolo soprattutto quest’ultime è difficile gestirle e superarle. Le senti
in modo diverso. La loro dote più grande è stata quella di starmi vicino e di
trasmettermi forza. Poi mi hanno sempre lasciato scegliere a me: non importava
se sbagliavo oppure no. A
volte i genitori mettono troppa ansia e pressione, per me era il contrario,
Quando me ne andai al Bari, per esempio, li chiamavo nei momenti di sconforto
dicendogli: “Voglio tornare a casa”. La loro risposta mi spiazzava sempre: “Eh…
tornatene a casa!”. Questa risposta mi dava sempre la forza di impuntarmi e
dire “No! Ora resto qui”. Magari se mi avessero detto il contrario sarei
tornato indietro e non avrei intrapreso questa carriera. Chi lo sa? Loro e la mia ragazza Sonia, con la quale sto assieme da ormai 10 anni sono stati e saranno sempre tutto per me".
Testardo e caparbio. Non ha mai mollato, anzi quando sentiva che qualcuno pensava o credeva che forse avrebbe potuto mollare lui ci metteva il doppio dell'impegno e dimostrava che avevano torto. La famiglia poi è sempre stata un motivo per andare avanti e non perdere tempo a rimuginare. Tanto attaccato a loro che in qualche modo li porta sempre in campo con lui. Non tutti però solo uno che vale per gli altri, il nonno Antonio: "Perché il numero 24? C’è un motivo particolare dietro a questo numero. L’anno in cui in Lega Pro fu portato il numero fisso, l’estate prima, a maggio, persi mio nonno, quello grazie al quale ho intrapreso questa strada. Lui era un simbolo per me, poi aveva il mio stesso nome e per questo ho scelto di portare con me per sempre la sua data di nascita come numero di maglia. È come avercelo a fianco a me, ancora oggi".
L'altezza mai un limite, la tenacia e la duttilità i punti di forza. La Sicula Leonzio, un rapporto speciale...
"La mia altezza? Il fisico conta nel calcio perché se hai limiti fisici. Su alcune situazioni potresti andare in difficoltà. Ma io sono sempre stato uno tenace e il fatto di essere basso non mi ha mai spaventato, anzi. Per me è sempre stato un punto di forza. Se c’era uno scontro aereo da fare mi buttavo, non avevo problemi. Ha i suoi pro e contro la mia altezza. Non ne ho mai fatto un problema e se devo dirla tutta alcune volte è stato anche un vantaggio.
L’altezza comunque io credo che sia relativa e non
limitante. I giocatori più importanti che hanno fatto la storia di questo sport
erano per lo più bassi. È normale che io ambisca alla Serie B o chissà… nel
calcio è così se non sei ambizioso non vai avanti. Il salto di qualità devi
pensare sempre di volerlo fare sennò non hai nemmeno stimoli. Per cosa giochi
sennò? Devi porti obiettivi. Quello che mi auguro per il futuro è di non
perdere la voglia di spingere e lottare per i sogni che coltivo da quando sono
piccolo". Già... un piccolo grande uomo. Pensa in grande e sogna ad occhi aperti, ma con i piedi ben saldi per terra perché sa che tutto quello che otterrà passerà, inevitabilmente, dal suo approccio quotidiano a questo sport.
"Cerco sempre di allenarmi e svolgere il mio lavoro al meglio e crescere in ogni ruolo. È uno stimolo per me ma anche un fattore che può darmi qualche possibilità in più perché in generale in campo dove mi metti sto. Anche in porta… datemi due guanti e vedete che anche tra i pali posso starci. L’altezza non mi aiuta è vero, ma nessun problema: mi allenerò a saltare come un gatto…" Vedete? Ha una voglia di fare e spaccare tutto che basterebbe per mille uomini più grandi e robusti. Quando si dice che i limiti esistono solo nella nostra testa bisognerebbe pensare ad Antonio.
Ora però il presente è la Sicula Leonzio dove, nell'ultimo turno di campionato è stato protagonista con un gol incredibile contro la Viterbese: "Un tiro da fuori area spontaneo e non cercato. Sono stato bravo, ma anche fortunato. Siamo un gruppo unito e compatto. Ormai è due anni che sono qui e mi trovo benissimo. E' una società molto ambiziosa. Il gol contro la Viterbese poi è stato a suo modo storico perché è la prima volta che la Sicula Leonzio vince tre gare di fila da quando è tornata tra i professionisti ed è un traguardo importante. Spero di fare bene qui come sto facendo e togliermi delle soddisfazioni importanti".
Lo salutiamo dopo un'interminabile chiacchierata tra amici che non si vedevano da tanto tempo e si raccontano quello che uno si è perso dell'altro in questi anni. La sua genuinità ha fatto il resto. Ci ringrazia lui a noi, sinonimo di una candida naturalezza: "Grazie, mi avete fatto rivivere ricordi e momenti a cui era da un po' che non ripensavo..." Grazie a te Antonio per averci raccontato chi eri, chi sei e cosa vorresti, ancora, diventare.