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Data: 02/03/2017 -

Andrea Gagliardini: "Roberto è rimasto quello di sempre, Gasperini fondamentale. Che inizio all'Inter"

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Il fratello sta rapidamente scalando tutte le gerarchie del calcio: dall'Atalanta all'Inter, tonalità di nerazzurro diverse, nessun contraccolpo. Roberto Gagliardini, acquistato da Suning a gennaio dopo un grande inizio di stagione a Bergamo, sta prenotando un posto da protagonista nel futuro dell'Inter e della Nazionale. Andrea ha iniziato con lui la carriera nei dintorni di Bergamo, condividendo con il fratellino i primi calci a un pallone. Intervistato dal Corriere di Bergamo, si è raccontato così: "Ho iniziato nel Mariano di Dalmine. Ci allenava mio padre. Poi è arrivata sia per me che per Roberto la chiamata dell’Atalanta. Avevamo 9 e 7 anni. Ho fatto tutta la trafila fino alla Primavera. Sono del ‘92 ed ero in squadra con Suagher, Baselli, Zappacosta e Sportiello. Ho cominciato con i prestiti, sono stato anche due stagioni all’Ancona. In questo periodo ho capito che, forse, per me, era più importante studiare. Negli ultimi anni ho giocato in Serie D ed Eccellenza. Ora sono nel Verdello. Ruolo? Difensore centrale, lo stesso da una vita. Ho terminato la Triennale in Economia e sto frequentando la Specialistica, sempre a Bergamo, incentrata sulla lingua inglese. Mi piacerebbe rimanere nell’ambito in cui sto studiando, magari nel marketing. Lavorare per Roberto? È meglio tenere staccato l’ambito famigliare da quello professionale. Ma mai dire mai".

Dopo l'esplosione in campo di Roberto, la vita della famiglia Gagliardini è cambiata radicalmente: "Le acque non si sono calmate. Né per noi né per mio fratello. In molti mi chiedono di lui, cercano magliette. Lui a volte viene a vedermi giocare la domenica ed è sovrastato da tifosi per autografi e selfie. È comunque rimasto il Roberto di sempre. Umile e lavoratore. Alcuni parenti che non l’avevano ancora visto nell’Inter, sono andati a Bologna allo stadio e la prima cosa che ci hanno detto dopo averlo incontrato è stata: “Roberto è rimasto uguale”. Io sono più chiacchierone, amo scherzare. Lui è più chiuso e impiega più tempo per aprirsi. Quando lo fa, è la persona più generosa al mondo. Inoltre non sente la pressione. Non l’ha sentita quando ha esordito da titolare nell’Atalanta e non l’ha sentita quando ha giocato la prima partita a San Siro. Non pensavo potesse essere subito incisivo all'Inter. Al contrario, quando era all’Atalanta, nutrivo grandi speranze. Quando a Bergamo hanno ufficializzato Gasperini, ho pensato: è l’allenatore giusto per Roberto e finalmente avrà una possibilità. Il mister l’ho sempre seguito e ho visto quanti giovani ha lanciato. Anche a Bergamo sta facendo lo stesso. Basta guardare Petagna: ha cominciato da terzo attaccante e ora è fondamentale per l’Atalanta. Per me lo sarà presto anche per la Nazionale. Quando l’ho visto contro il Napoli. Non ha fatto toccare palla ad Hamsik. Mi sono detto: in Serie A ci può stare alla grande".

Ma come hanno vissuto, papà Alessandro e mamma Rosanna il passaggio di Roberto a Milano?: "Mio padre Alessandro era contento, in fondo la famiglia veniva ripagata da tutti i sacrifici. Mamma Rosanna provava un minimo di preoccupazione perché Roberto si sarebbe dovuto trasferire in una grande città. C’erano i rischi legati all’improvvisa notorietà. Magari potevano avvicinarsi persone più interessate al suo essere famoso che altro. Poi si è tranquillizzata. Roberto, invece, è rimasto sempre calmo. Ci ha detto di questa grande offerta, era consapevole che per lui era un treno che passa una sola volta nella vita. E, in qualche modo, si sentiva già in ritardo. È sempre stato un programmatore, un tipo con le idee chiare. Il ritardo derivava dal pensare che lui doveva far parte del giro della prima squadra dell’Atalanta quando era tornato dal prestito dal Cesena, nel 2014. Negli ultimi mesi ha recuperato alla svelta. Per chi tiferò in Inter-Atalanta? Bella domanda. Io rimango atalantino, ma qualsiasi risultato mi renderà felice".



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