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Data: 10/04/2018 -

Altobelli: “L’Inter segna poco? Servirebbe un piano B. Ma la strada tracciata da Spalletti è quella giusta”

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Milan e Torino, due partite in cui l’Inter non è riuscita a segnare nemmeno un gol portando così a casa un solo punto nel derby. Il problema della rete diventa pesante quando in casa nerazzurra il duo Icardi-Perisic resta a secco. Uno che di gol con la maglia nerazzurra se ne intende è Alessandro Altobelli, che A Milano - sponda Inter - nella sua carriera ha segnato 209 reti; soltanto Meazza meglio di lui, analizzando il momento della formazione di Spalletti La Gazzetta dello Sport ha così chiesto a “Spillo” quale può essere la soluzione per risolvere le problematiche di questa poca concretezza in fase realizzativa.

“Il 66% dei gol nerazzurri arriva dal duo Icardi Perisic, non sono sorpreso perché è una cosa naturale se si gioca con quel sistema. La palla va sugli esterni, cross e quindi il gol arriva dal centravanti o dall’ala che taglia dal lato opposto. Semmai sono sorpreso dai gol mancanti di Candreva - dice Altobelli - per i palloni che Icardi ha avuto a disposizione in questo campionato ha segnato anche fin troppo. Non si può criticare Mauro, lui c’è sempre, poi si può sbagliare come successo nel derby ma Spalletti fa bene a non toglierlo dall’area e, anzi, a valorizzarne i pregi lì dentro. Segna con una regolarità pazzesca e poi dà l’anima anche quando non fa nulla. Lui è tra i top 5 al Mondo. Bisognerebbe però avere un piano B che consisterebbe nell’avere centrocampisti in grado di inserirsi e segnare. Un elemento alla Vidal, per esempio. Il giocatore dell’Inter che più si avvicina al cileno sarebbe Brozovic ma parte forse da troppo lontano”.

Quale sarebbe quindi la soluzione migliore? “Non voglio sostituirmi a Spalletti che reputo un grandissimo allenatore - continua l’ex attaccante - da osservatore esterno magari proverei a irrobustire il sostegno a Icardi passando al 4-4-2 ogni tanto con Eder al suo fianco e Candreva-Perisic sugli esterni. Eder è più seconda puntata che trequartista nel 4-2-3-1. Oppure chiedere maggiore incisività al centrocampisti, da Brozovic a Rafinha passando per Vecino. Devono essere più reattivi ad accompagnare l’azione e a farsi trovare nelle vicinanze dell’area di rigore. Se credo nella Champions? La strada intrapresa da Spalletti è giusta quindi dico di sì. È difficile, ma giusta. Lazio e Roma sono avversarie di qualità. Occhio a non arrivare con tutto in ballo all’ultimo turno, a Lazio-Inter… Contro il Toro ho avuto la sensazione di una squadra in forma, mentalmente e fisicamente. I giocatori stessi sanno che mancare la Champions sarebbe un fallimento. Per quello devono dare ancora qualcosa in più”, ha concluso.



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