Aggressività, tenacia, dinamismo. "Que bueno es!" esclamano a Valencia. Perché questo Kondogbia versione 2.0 sembra convincere tutti in Spagna, Bernabeu compreso che poco meno di due settimane fa si è visto colpito - con un gol nei 90' - e pure sbeffeggiato, nel post: "Mancava il migliore al mondo? Ah Messi gioca nel Real adesso?!".
A metà agosto lo strappo definitivo con l'Inter dopo due stagioni poco brillanti, poi il divorzio (con rinnovo di un anno) tra le polemiche, il rammarico di non aver dimostrato tutto il suo potenziale. Il gigante francese è arrivato al Valencia tra scetticismo e dubbi: "Tornerà quello del Monaco?". Quello dei 35 e passa milioni spesi in quella notte a Montecarlo, nell'asta con il Milan di Galliani. Eppure, in punta di piedi, è riuscito a far ricredere tutti a suon di prestazioni e palloni recuperati. Contro l'Atletico è arrivata una prova magnifique, una partita da urlo terminata tra gli applausi del Mestalla. Dal campo infatti, sono arrivati solo segnali soddisfacenti per Marcelino che si gode la sua scommessa, al momento vinta: l'allenatore spagnolo l'ha fortemente voluto e convinto a forza di sms e chiamate, per settimane, nonostante la trattativa tra club non si sbloccasse. Poi l'accordo definitivo tra Inter e Valencia: diritto di riscatto fissato a 25-27 milioni, all'Inter spetta una percentuale (30%) dell'eventuale futura vendita del giocatore.
Titolare al Bernabeu, titolare anche nel 4-4-2 contro l'Atletico, accanto a capitan Parejo, Kondo ha trovato la sua dimensione ideale: ha più libertà nel smistare palloni con raggio d'azione esteso fino alla trequarti avversaria, ha i soliti compiti difensivi ma su tutta la sua metacampo. Tornato straripante nei contrasti (18 palloni recuperati) e dominante nel gioco aereo, nell'ultima gara ha rischiato più volte di andare a segno di testa. Non a caso è stato tra i migliori in campo - 7 in pagella - portando equilibrio ad una squadra che necessitava di sostanza in mezzo al campo.
Insomma è un altro giocatore rispetto a quello delle ultime stagioni. Il "Gigante du Mestalla" si è lasciato alle spalle il suo autogoal capolavoro in ICC e le incertezze nerazzurre, a Valencia per dimostrare e provare a riconquistare la Nazionale. E chissà prendersi anche il Mondiale in Russia...
Allez Geoffrey. Valencia c'est toi.
A cura di Alberto Ranzato (e Matteo Moretto)